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“Meglio lo sfascio che lu fascio”, così Stefano Bandecchi ha “conquistato” Terni

Seimila voti in più per il segretario di Alternativa popolare tra il primo turno e il ballottaggio. Il centrodestra accusa: ha vinto con le preferenze della sinistra. Cosa dicono i numeri

Interno giorno: comitato elettorale di Orlando Masselli nella galleria di corso Tacito a Terni. Lo scrutinio delle schede è quasi terminato ma l’andazzo era chiaro da un pezzo. Il candidato del centrodestra manca il bersaglio del ballottaggio a vantaggio di Stefano Bandecchi, segretario di Alternativa popolare e ora nuovo sindaco della città.

Le facce sono scure, i musi lunghi rigati da qualche lacrima. C’è chi cammina, chi sta fisso con lo sguardo nel vuoto. E qualcuno che chiede, e si chiede: “Cosa è successo?”.

Masselli è seduto al tavolo in una delle stanze del comitato elettorale. Attorno a lui, candidati, volontari, rappresentanti di lista. Uno tra questi anticipa quello che poi diventerà il refrain del centrodestra per cercare di darsi una spiegazione della sconfitta. “Io li ho visti quelli del Pd nella mia sezione. Tutti a votare. Dicevano: mejo lo sfascio che lu fascio”. Ossia, meglio il disastro che far vincere un “fascista”, Orlando Masselli.

Sarà così? La narrazione ufficiale dice questo: “Gran parte della sinistra ha votato per Stefano Bandecchi”, spiega Masselli a Terni Today così come ai colleghi della stampa, del web e delle televisioni. Stessa linea da parte del senatore Franco Zaffini, segretario regionale di Fratelli d’Italia: “La sinistra ha consegnato la città a Bandecchi”.

Allora. Orlando Masselli è uscito dalle urne del primo turno con il 35,81% dei consensi, ossia 17.363 preferenze a fronte del 28,14% di Bandecchi (pari a 13.647 voti), ai circa 10mila voti del candidato di Pd e civici Josè Kenny (21,94%) e ai poco più di 5mila voti del candidato del polo alternativo Claudio Fiorelli (10,82%). Le altre tre liste insieme valevano qualcosa come 1.500 preferenze. I votanti il 14 e 15 maggio erano stati poco meno di 50mila su un corpo elettorale di oltre 87mila persone.

Al ballottaggio il corpo elettorale si è drasticamente ridotto: l'affluenza è stata di circa il 43% e gli elettori sono stati meno di 38mila.

Masselli ha perso per strada circa 800 preferenze, fermandosi a 16.405. "Calo fisiologico", lo definisce Zaffini, pur non nascondendo il fatto che - probabilmente - "qualcuno del centrodestra ha votato Bandecchi".

Il segretario di Ap ha portato a casa invece seimila preferenze in più, sfiorando quota 20mila (19.748).

Ora, delle due, l’una. O c'è stato un enorme ricambio alle urne, ma appare difficile immaginare che, chi non ha votato al primo turno, si sia precipitato in massa ai seggi per il ballottaggio per “incoronare” Bandecchi, anche se tutto può essere.

Oppure, un po’ meno della metà dei voti dell’area di centrosinistra (Pd, Movimento, Azione e civici) ha fatto una netta scelta di campo. Indizi, in tal senso ce ne sono. La strizzatina d’occhio della Cgil dopo l’incontro con lo stesso candidato Bandecchi, il Partito socialista che in più di una occasione ha ribadito che il “nemico” fosse Masselli, le dichiarazioni di voto arrivate da alcuni esponenti dell’universo dem o comunque del mondo della sinistra. Certo, ci sono state anche prese di posizione decisamente rigide nei confronti di una eventuale scelta al ballottaggio. E poterebbe rasentare l’assurdo un flusso di voti verso Bandecchi - ma anche verso Masselli - da parte di elettori di Potere al popolo o Bella ciao.

Fatto sta che Bandecchi ha raccolto seimila voti, pesanti come macigni dentro le urne del ballottaggio. Che poi siano stati preferenze per lui o contro Masselli (e il centrodestra) e che in mezzo ci sia anche qualche sassolino uscito dalle scarpe di qualche “deluso” di Fratelli d’Italia, Lega o Forza Italia, questo si potrà capire meglio nei prossimi giorni. Ed è certa anche una delle prime riflessioni fatte dal neosindaco Bandecchi: ci sono circa 67mila elettori che non hanno votato per lui. Bisognerà tenerne conto.

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