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Elezioni a Terni, Latini bis: dagli amici mi guardi Iddio che dai nemici mi guardo io

I “capricci” della Lega e le alternative dei Fratelli d’Italia. E per il sindaco sembra allontanarsi l’ipotesi del secondo mandato. Anche se nessuno lo ha mai contestato, almeno pubblicamente

“E però, di brace sotto la cenere ne covava un bel po’…”. Soltanto che su quella cenere nessuno ci ha mai soffiato. Fino a quando non è cambiato il vento dentro le cabine elettorali. Il Latini bis è appeso a un filo. Ma prima ancora che siano le urne a stabilire se l’attuale sindaco di Terni possa trascorrere o meno altri cinque anni a Palazzo Spada, sono i suoi stessi compagni di coalizione a tenerlo sulle spine.

Sembra che passate le sdolcinatezze di San Valentino, la coalizione di centrodestra avrà un faccia a faccia. E in quella occasione, i Fratelli d’Italia potrebbero mettere sul piatto un poker di possibili nomi tra i quali scegliere il candidato in vista delle elezioni di primavera. In quella rosa dovrebbe esserci anche il nome dell’attuale primo cittadino. Ma non è scontato, così come non è scontato che il centrodestra scelga di confermare questa sua candidatura. Perché anche i compagni di viaggio della Lega – di cui Latini, va ricordato, è espressione – sembra siano pronti a scaricarlo in virtù del fatto che lo stesso Lallo avrebbe in più occasioni manifestato la volontà di confermare nella squadra di governo – qualora venisse rieletto – l’attuale vicesindaco Benedetta Salvati rea, a sua volta, di avere criticato il leader del Carroccio, Matteo Salvini. Come se le sorti di una città dipendessero dalla reputazione del capitano e non da quello che si fa (o non si fa) ogni giorno per mandare avanti la baracca.

Latini è avvocato da sé e non ha sicuramente bisogno di alcuna arringa difensiva. Il caso è però singolare e va forse approfondito per capire un po’ come funziona questo sgangherato e distantissimo mondo della politica.

Ora, sull’operato dell’amministrazione Latini – che sia lui o meno il candidato sindaco – saranno i ternani a decidere. Partendo però da un punto fermo: nessuno dei suoi compagni di viaggio lo ha mai – pubblicamente – contestato. Né nelle sue scelte politiche e quindi nella girandola di assessori (e di consiglieri) che hanno contraddistinto questa legislatura, né nelle sue azioni amministrative. Silenzio.

Più o meno un anno fa, durante una trasmissione televisiva – noi eravamo presenti – tirato per la giacchetta, Latini si disse “disponibile” alla prova di un secondo mandato. All’indomani, nei giorni e nelle settimane successive, quell’annuncio non suscitò molto calore. Anzitutto dentro la Lega. Anche se poi, forse un po’ in extremis, dal Carroccio si alzarono segnali – timidi, tiepidi – di apprezzamento. Segnali che dagli alleati, soprattutto da Fd’I, non sono mai arrivati. O almeno non in forma definitiva.

Tant’è che la “tiepidezza” di quei giorni, oggi è diventata gelo. I compagni di partito fanno le bizze in consiglio comunale e scaricano la delfina del sindaco, lasciando immaginare che anche in vista del voto sul bilancio potrebbe verificarsi un ammutinamento. Forse dimenticando che far cadere un sindaco e una giunta – perché questo accadrebbe – a poco più di un mese dal voto sarebbe, più che altro, un segnale di sprovvedutezza e non di protesta politica. In queste stesse ore, dai meloniani arrivano messaggi tutt’altro che rassicuranti. E che lasciano intendere che il partito del premier oggi è pronto a far valere il suo #trentapercento delle urne, rivendicando il candidato sindaco. A vederla così sembra un po’ una forma di bullismo politico.

Soprattutto perché nell’ultimo lustro, nessuno ha mai avuto nulla da contestare nulla a Latini. Che andava bene quando c’era da mettersi sulle spalle la croce del dissesto, ma che oggi invece sta in bilico sul crinale dell’oblio. O di una lista civica del sindaco. Che più o meno, è la stessa cosa.

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