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Maggioranza risicata, l'opposizione stacca la spina al Consiglio

Tante assenze nel centrodestra ancora "orfano" dei due ex forzisti del gruppo misto, la minoranza fa saltare la seduta: "Se non avete voglia di governare dimettetevi". La replica: "Solo giochi politici"

Maggioranza "risicata", l'opposizione stacca la spina al consiglio comunale e scoppia la polemica. Sono mancati i numeri al centrodestra oggi pomeriggio per garantire il numero legale all'assemblea di palazzo Spada e i consiglieri di minoranza hanno approfittato per attaccare il governo della città: "Se non avete voglia di governare, dimettetevi". 

A scatenare la reazione dell'opposizione durante un dibattito tutto sommato tranquillo è stata la provocazione del capogruppo di FdI, Orlando Masselli, nel corso della discussione sull'atto di indirizzo sull'asilo nido Cucciolo. Rimproverando la minoranza di aver fatto mancare il numero legale la sera prima, nella precedente seduta del Consiglio, ha scatenato la bagarre costringendo il presidente Ferranti a interrompere la seduta. Ma alla ripresa dei lavori l'opposizione è uscita dall'aula e i soli 16 consiglieri della maggioranza erano troppo pochi per consentire il proseguo dell'assemblea. Oltre al sindaco Latini, assenti tre consiglieri della Lega e i due ex forzisti del gruppo misto Valeria D'Acunzo e Federico Brizi che erano mancati anche nella seduta di giovedì quando si erano discussi due atti importanti come il regolamento sulle nomine e le linee programmatiche del sindaco. Per la verità - fanno notare - giovedì la D'Acunzo una comparsata l'aveva fatta, allontanandosi dall'aula al momento della prima votazione ma lasciando il badge nella postazione dicendo che sarebbe ritornata da lì a breve. Ma così poi non è stato.  

"Assessori assenti, sindaco assente, consiglieri della maggioranza assenti. Non c'è stata una seduta di consiglio comunale in cui non sia mancato almeno una volta il numero legale alla maggioranza. Se non avete voglia dimettetevi", dice il capogruppo del M5S, Luca Simonetti. "A distanza di soli tre mesi - rincara il consigliere del Pd, Valdimiro Orsini - la maggioranza che governa il Comune di Terni va politicamente in frantumi, non riesce nemmeno a a garantire il numero legale. Peraltro non è la prima volta che avviene, ci troviamo di fronte a una compagine politica frammentata, divisa, che ha già visto la nascita di un gruppo misto, composto da due consiglieri che evidentemente non se la sentono più di far parte del partito di origine. Appena ieri la maggioranza ha mostrato i muscoli stravolgendo i lavori del consiglio comunale con atti ideologici, dettati dalle direttive nazionali della Lega, mentre oggi davanti ai veri problemi della città non è in grado di portare in aula 21 consiglieri eletti nelle proprie liste". Il riferimento è all'atto di indirizzo proposto dalla Lega che impegna il sindaco e la Giunta a promuovere iniziative per il 13 novembre a sostegno di Asia Bibi, pakistana, madre di 5 figli, cristiana, condannata a morte per blasfemia.

Scatenato il capogruppo di Senso civico, Alessandro Gentiletti, che prima in aula battibecca vivacemente con i consiglieri della Lega e poi si prodiga anche in una diretta Facebook insieme ai colleghi di opposizione per spiegare ai ternani quanto accaduto. "Noi dell'opposizione - dice - cosi come la città, è da quando sono stati eletti che li aspettiamo per lavorare insieme al cambiamento. Eravamo anche oggi in aula, come ogni volta. Li abbiamo aspettati a lungo ma anche oggi la maggioranza non ha garantito il numero legale. Anche oggi il cambiamento, per loro, arriva domani. Che vergogna". "Non c'è senso di responsabilità da parte di questa maggioranza e l'unica risposta possibile è questa", commenta il capogruppo di Terni immagine, Angeletti

“Quanto accaduto questo pomeriggio – la replica congiunta dei capigruppo di centrodestra -  la mancanza del numero legale è da addebitarsi esclusivamente alla minoranza, in quanto le assenze che si sono avute nella maggioranza sono dovute esclusivamente a impegni istituzionali, come nel caso del sindaco, o ad inderogabili impegni lavorativi da tempo comunicati alla presidenza del consiglio.
Ricordiamo che il consiglio comunale è composto da 33 elementi, chi era presente in aula, e poi  ha fatto mancare il numero legale, come ha fatto la minoranza,  lo ha fatto quindi deliberatamente.  Si tratta di giochi politici non attinenti agli interessi della città che dovrebbero stare a cuore all’intero consiglio comunale. E’ bene sottolineare che i lavori del consiglio comunale si erano aperti con la decisione collaborativa della  maggioranza che  ha ritenuto,  con senso di responsabilità , discutere gli atti che la minoranza ha proposto da tempo a questo consiglio. Rimane strano che molti gruppi presentatori degli atti abbiano preferito abbandonare l’aula non considerando quindi fondamentali i propri atti. Evidentemente li hanno ritenuti superflui e non utili al governo della città. Ci auguriamo che prossimamente tutti i gruppi consiliari portino in Consiglio atti che ritengano realmente importanti e non strumentali”.

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