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Ospedale di Terni, Barberini rassicura. Il sindaco Latini: "Ma noi vogliamo certezze"

L'assessore regionale alla sanità ascoltato a Palazzo Spada: nessun depotenziamento per il Santa Maria. I dubbi del primo cittadino di Terni, perplessità dalla Cgil

Nessun depotenziamento in vista per l'ospedale di Terni, nessun accorpamento peruginocentrico. L'assessore regionale alla Sanità, Luca Barberini,  è stato ascoltato  in audizione a palazzo Spada, convocato dalla seconda commissione consiliare. Presenti in sala consiliare anche i sindacati di categoria, associazioni cittadine, l'ordine dei medici. Nessuno toccherà l'ospedale di Terni sul quale, anzi, sono stati fatti più investimenti rispetto ad altri punti ospedalieri della regione, i fatti ci sono e i dati del Santa Maria attestano l'elevata qualità dei servizi offerti, non è un caso  aggiunge - che un 20% di attività viene fornito da cittadini che provengono da fuori regione.

Massima attenzione, dunque, rimarca l'assessore: La Regione  puntualizza  non abbassa la guardia, i punti focali sono tre: due aziende ospedaliere autonome, Terni e Perugia, entrambe ad alta specializzazione, un ospedale, quello di Narni-Amelia, a bassa specializzazione e che presto sarà fatto ex novo, infine la Città della Salute che verrà realizzata con specifiche caratteristiche socio-sanitarie dove confluiranno tutte le strutture sanitari dislocate. In fatto di medici, le carenze esistono  spiega  come, ad esempio, l'assenza di anestesisti, ma è un dato per questioni a livello nazionale. E ancora: Dovranno esserci sinergie e collaborazioni tra Terni e Perugia, con possibili interscambi e integrazioni di equipe e professionisti col solo obiettivo di migliorare. Repliche e controrepliche nell'audizione durata circa tre ore: Lieti delle precisazioni  ribatte il sindaco Leonardo Latini che ha anche la delega alla Sanità  i dubbi però restano. Non vorremmo soltanto rassicurazioni, ma anche certezze. E sarebbe meglio se queste certezze venissero scritte

Le dichiarazioni di Leonardo Latini 

Dubbi che solleva anche la Cgil: Abbiamo ascoltato con attenzione le rassicurazioni dell'assessore Barberini  affermano - ma i contenuti della bozza di piano sanitario regionale esplicitano che l'ipotesi di aziende uniche Asl-ospedali, resta sul tavolo. L'attuale assetto istituzionale, con 4 strutture, ha consentito in questi anni alla sanità umbra di ottenere ottimi risultati, sia in termini di risposta sanitaria che di  sostenibilità economica. L'ipotesi di una ulteriore semplificazione vedrebbe dunque la nostra organizzazione fortemente contraria e pronta a forti iniziative di protesta. Non si tratta della solita diatriba tra Terni e Perugia, il tema è ben più complesso, si tratta di garantire a tutti i cittadini della regione elevati standard di risposta sanitaria. Il tema della valorizzazione degli operatori sanitari, della loro formazione, dell'organizzazione delle professioni sanitarie è presente solo nell'indice, ma incredibilmente sparisce all'interno del documento. Bene l'ipotesi di un ampliamento dei servizi ambulatoriali ospedalieri, ma va chiarito con quali dotazioni organiche di personale, visto che anche questo tema non è presente nel piano”. 

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