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Bando periferie, marcia indietro del Governo: sbloccati i fondi. Ma Terni rischia lo stesso

Accordo in Conferenza Stato-Regioni, le risorse saranno inserite nella legge di bilancio. Prisco (Fd’I): per la città dell’acciaio potrebbe essere necessaria una nuova norma

Il valzer del bando periferie segna l’ennesima piroetta. In Conferenza Stato-Regioni è stato infatti raggiunto l’accordo che sblocca le risorse destinate ai comuni (1,6 miliardi) che erano state congelate nel decreto milleproroghe. I fondi, secondo l’accordo, saranno inseriti nella prossima legge di bilancio e verranno messi a disposizione delle amministrazioni locali nell’arco dei prossimi due anni. Una buona notizia che però per Terni potrebbe rivelarsi tale soltanto a metà.

Il governo torna sui suoi passi e mette nuovamente a disposizione i fondi per le periferie revocati col decreto milleproroghe. Nella legge di bilancio, infatti, verranno inserite disposizioni attraverso le quali i comuni potranno beneficiare delle risorse per le periferie e la sicurezza urbana. Finalmente in Conferenza Stato-Regioni è stato trovato l’accordo sul programma straordinario di intervento”, dice in una nota, il deputato Emanuele Prisco (Fratelli d’Italia) secondo il quale “è subito necessario sbloccare i fondi per Perugia e Terni”.

Prisco ritiene l’accordo “un importante passo in avanti che ristabilisce il giusto ordine delle cose dopo il pasticcio combinato con il decreto milleproroghe in Senato. Vale la direzione già indicata da noi, ossia offrire la possibilità ai Comuni di Perugia e Terni di poter investire risorse sui territori che significano lavoro e sviluppo ma soprattutto interventi per la sicurezza e la riqualificazione urbana”.

C’è però un punto interrogativo. “Ora - rileva Prisco - vedremo nel dettaglio i provvedimenti che in ogni modo non potranno non tenere conto che Perugia, come previsto dalla circolare della presidenza del Consiglio, ha rispettato la propria parte d’accordo attraverso il deposito dei progetti esecutivi entro il 15 settembre. Cosa che, dal canto suo, Terni non poteva fare e per questo potrebbe esserci necessità di una nuova norma”.

Potrebbe insomma essere necessario un altro giro di valzer prima di poter mettere le mani sui 13 milioni tra risorse pubbliche e private che dovrebbero essere investiti nella zona nord-ovest della città, dalla stazione alla ex Camuzzi, passando per l’ex Centurini e il parco Rosselli.

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