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Martedì, 30 Aprile 2024
Politica

Caos in consiglio comunale, il sindaco lavori e l’opposizione faccia il suo: Terni ha bisogno di tutto tranne che di risse

Sfiorato lo scontro fisico a Palazzo Spada, il tempo delle polemiche è finito: adesso Stefano Bandecchi metta mano agli impegni presi in campagna elettorale. E invece di attaccare l’opposizione di centrodestra, pensi ad un premio, visto il loro impegno per perdere le elezioni

Quello che è successo stamattina in consiglio comunale a Terni è gravissimo. E con i giudizi ci fermiamo qui, per non aggiungere voci superflue all’ovvio. Così come è inutile rintuzzare sul fatto che ci sia stato qualcuno che abbia acceso o meno la miccia della provocazione, che se anche ci fosse stata, non giustificherebbe la furia di Stefano Bandecchi. Si è sfiorata la rissa, è stato un episodio deprecabile che pretendiamo non si abbia a ripetere. Fine.

Ora, la necessità di riflessione – a nostro parere – si appunta su qualche altra questione. La prima: il consiglio comunale, così come ogni altra assise pubblica, segue a volte queste dinamiche. La polemica, il dibattito, lo scontro sono connaturati all’essenza stessa dell’assemblea. È la politica, bellezza. E Bandecchi, come qualsiasi altro sindaco, non può pretendere di avere di fronte una platea di yes man che alzano la mano per votare sì. Ha i suoi, almeno al momento: gli altri dovrebbero fare il loro. Ossia contestare, contrastare, far saltare i nervi. Un sindaco umbro, con qualche decennio in più di esperienza sul groppone rispetto al primo cittadino di Terni, è solito dire che in consiglio comunale succede quello che succede. Poi però la giunta decide e la maggioranza conferma. Il resto è un po’ il teatrino della politica. Se ne faccia una ragione Bandecchi, così come si renda conto che oggi, adesso, accanto al ruolo di imprenditore di successo che tanto ha fatto (e tanto farà, glielo auguriamo) ha anche quello di sindaco. Deve – o dovrebbe - mantenere un profilo istituzionale: le parole utilizzate oggi sono gravissime, comprese quelle indirizzate verso la polizia locale. Per cui, per quanto connaturati con la sua personalità, il suo modo d’essere eccetera, eccetera sarebbe (anzi, no: è) il caso di tenere toni più sobri. Nel linguaggio e nei gesti. D’altra parte, anche il suo vice, Riccardo Corridore, riprendendo i lavori del consiglio comunale dopo la baruffa di questa mattina, lo ha detto: certi termini (non li riportiamo: chi sa, sa) non verranno più usati. Ecco, bene. Che l’auspicio venga condiviso. Da tutti.

Noi, per quanto conta, giudicheremo l’operato di sindaco e giunta dai fatti, senza pregiudizi. Questo giornale riporta le opinioni di tutti, nessuno escluso e senza alcuna preclusione. Ai lettori, poi anche elettori, la possibilità di farsi un’idea e decidere da che parte stare.

Stefano Bandecchi e Alternativa popolare hanno vinto le elezioni ed è sacrosanto che governino. Di più: è necessario che facciano ciò che hanno promesso in campagna elettorale perché Terni ha bisogno di tanto, di tutto, fuorché di risse da bar.

Qualche consiglio? C’è da ricostruire un ruolo socio-economico in Umbria e nell’Italia di mezzo, c’è da pensare a un futuro che sappia accostare la storia industriale della città alle potenzialità fino ad ora inespresse. C’è da fermare un calo demografico impressionante, c’è da trattenere giovani talenti che da qui scappano perché senza speranza. C’è gente senza casa, senza lavoro. C’è addirittura chi ha smesso di cercarlo, un contratto, perché completamente sfiduciato. C’è da fare, cantava qualcuno.

E poi, un altro consiglio, non richiesto. Anche e proprio per smorzare i toni. Anziché prendersela con il centrodestra, il sindaco Bandecchi dovrebbe premiare la coalizione di opposizione visto l’impegno profuso per perdere le ultime elezioni. Così come, semmai dovesse mettere mano a un rimpasto, potrebbe tenere in considerazione per un posto in giunta anche gli “amici” della Cgil, così colpiti dalle posizioni e dalle idee espresse da Bandecchi in campagna elettorale.

Ecco, a tre mesi dall’insediamento, è ora di iniziare a vedere qualche risultato in più rispetto allo sfalcio dell’erba o qualche lampione che si illumina di nuovo. Ventre a terra, orecchie chiuse e naso tappato. Non ti curar di loro, ma guarda e passa. Che cinque anni sono lunghi.

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