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Nomine nelle partecipate, cambiano le regole: più poteri al sindaco

In commissione la proposta del presidente del Consiglio Ferranti: "Procedure più snelle". Via automaticamente i vertici al cambio di Giunta, il primo cittadino potrà revocare gli amministratori per irregolarità o contrasti. Tocca subito alle farmacie?

Nomine nelle aziende partecipate, cambiano le regole. Arriva domani in terza commissione la proposta del presidente del consiglio comunale, Francesco Ferranti, sugli indirizzi per la nomina e la designazione dei rappresentanti del Comune presso enti, aziende e istituzioni per il mandato 2018-2023 che dovrebbe sostituire il precedente regolamento adottato dall'assemblea di palazzo Spada nel 2010.

Un atto più sintetico che rispetto al precedente sulla carta affida ancora più poteri al sindaco soprattutto per quanto riguarda la revoca dei mandati, questione quanto mai di attualità in queste settimane vista la diatriba tra il Comune e l'amministratore unico di Farmacia Terni, Fausto Sciamanna. "Coloro che rappresentano il Comune - si legge nella proposta - possono essere revocati dal sindaco per gravi irregolarità nella gestione, esplicito contrasto con gli indirizzi deliberati dagli organi di governo del Comune, inefficienza, pregiudizio arrecato agli interessi del Comune o dell’ente". Un passaggio che prima non compariva in maniera così esplicita nel regolamento e che sembra tagliato appositamente per risolvere lo scontro in corso. 

IL DOCUMENTO - Il regolamento oggi in vigore 

In questo senso è più stringente rispetto agli indirizzi oggi in vigore anche la parte relativa al mandato dei rappresentanti del Comune nelle aziende. "La cessazione dalla carica del sindaco per qualunque causa - si legge ancora - comporta l'automatica decadenza dei rappresentanti di cui al presente atto di indirizzo . Gli stessi esercitano le proprie funzioni fino alla nomina dei successori". Insomma, cambiato il sindaco si cambiano anche i nominati nelle partecipate cosa che peraltro era prevista anche nel precedente regolamento che però rimandava eventuali deroghe agli statuti e ai regolamenti delle singole aziende.

Fatto sta che ad oggi, malgrado la "ruspa" invocata dal leghista Fiorini malgrado l'invito pubblico che lo stesso Latini ha fatto ai vertici delle partecipate affinché rimettessero il mandato, tutti sono ancora al loro posto in virtù dei contratti stipulati lo scorso anno al momento della nomina da parte dell'ex sindaco Di Girolamo e validi ancora per altri due anni. Con Sciamanna sembra ormai inevitabile lo scontro legale, all'Asm dopo il bilancio c'è stata una sorta di "pax" momentanea mentre Terni Reti, ora commissariata, dovrà sicuramente cambiare timoniere. 

"Questo atto - precisa il presidente del consiglio comunale, Francesco Ferranti - non serve per mandare via qualcuno. L'obiettivo, condiviso con il sindaco, è quello di rendere le procedure più snelle e dinamiche ma tenendo fermo il punto che le nomine dovranno essere ispirate da criteri di qualità e competenza affinché le aziende partecipate sempre di più forniscano servizi efficienti per i cittadini e le imprese a costi competitivi e portando anche utili al proprietario".  

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