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Politici nelle "trappole" del web: lo sfogo in diretta Fb del vicesindaco e la lite su Whatsapp

A Giuli parte involontariamente un video poi rimosso: "Stiamo tutti intorno a quell'osso da spolpa', quello che c'ammazza è la macchina comunale". Nella chat della commissione tensione tra due consigliere di maggioranza, preludio a un'altra fuga nel misto?

Maledetti telefoni. Gli smartphone e il web possono diventare un'autentica "trappola" anche in maniera involontaria o accidentale. Così basta, ad esempio, che sul telefono rimasto nei pantaloni rimanga aperta l'app di Facebook e inavvertitamente parta una diretta video. Come è successo ieri mattina al vicesindaco e assessore alla Cultura, Andrea Giuli, che è stato registrato di prima mattina in una conversazione dove si sfoga dei problemi in Comune con uno sconosciuto interlocutore. Il video è stato per poco sul web prima che il vicesindaco si accorgesse e lo cancellasse ma più di qualcuno ha avuto modo di ascoltarlo e prendere appunti.

Probabilmente il vicesindaco era in bicicletta quando viene fermato dal suo interlocutore che gli chiede come vadano le cose a palazzo Spada. Forse potrebbe essere qualche ex amministratore perché ad un tratto si rivolge a Giuli dicendo "quando c'eravamo noi...". Il vicesindaco parla dei noti guai finanziari del Comune e della corsa tra i vari assessorati ad accaparrarsi le poche risorse disponibili. Come quelle della tassa di soggiorno. "Stamo tutti intorno a quell'osso da spolpa'" dice riferendosi probabilmente alla tassa di soggiorno sulla quale peraltro era anche intervenuto pubblicamente nei giorni scorsi. "Quella è una tassa di scopo", ribadisce come a voler sottolineare ulteriormente che quei soldi devono essere destinati al turismo dove il piatto - è noto - piange. La conversazione continua tra un rumore e l'altro ma poi un altro passaggio si sente nitidamente. "Quello che c'ammazza è la macchina comunale oltre che la situazione di dissesto", manifestando una volta ancora il malessere della Giunta nei confronti di un pezzo dell'apparato amministrativo di palazzo Spada esternato qualche giorno fa anche dal collega assessore Enrico Melasecche

Ma se il telefono e la diretta Fb hanno "tradito" involontariamente il vicesindaco, in un'altra occasione invece la "trappola" se la sono costruita le stesse protagoniste della vicenda. Due consigliere di maggioranza che nella chat Whatsapp interna di una delle commissioni consiliari hanno dato vita a un pepato botta e risposta accusandosi reciprocamente di presunti "dispetti" nell'organizzazione delle sedute. E a un tratto sono comparsi anche gli screenshot della vivace discussione continuata in privato, pubblicati da una delle due contendenti, che hanno ulteriormente incattivito la discussione. Il tutto davanti agli occhi (virtuali) degli altri consiglieri, compresi quelli di minoranza. Lo scambio in chat avrebbe fatto emergere peraltro anche altri dissidi all'interno del gruppo di maggioranza e ora non è escluso che possano portare ad altre clamorose "fughe" verso il gruppo misto dopo quelle dei due ex forzisti Brizi e D'Acunzo. Maledetti telefoni

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