L’ospedale del futuro, grave malformazione al volto curata con la tecnologia 3D
L’equipe di chirurgia maxillo-facciale del Santa Maria di Terni ha effettuato l’intervento su una paziente di 28 anni. Spallaccia: novità assoluta. Dal Maso: potenziare strumenti e organico
L’equipe di chirurgia maxillo-facciale dell’Azienda ospedaliera di Terni, guidata dal dottor Fabrizio Spallaccia, ha effettuato, per la prima volta con tecnologia 3D, un complesso trattamento chirurgico di osteotomia mascellare-mandibolare e del mento per correggere una grave deformazione del viso in una donna di 28 anni. La giovane paziente, proveniente dal Lazio, è stata operata il 19 febbraio ed è stata dimessa dopo quattro giorni di ricovero, iniziando un rapido recupero che migliorerà in modo decisivo, dal punto funzionale e sociale, la qualità della sua vita.
Gli interventi di chirurgia ortognatica, insieme a quelli sull’articolazione temporo-mandibolare, rappresentano da sempre la punta di diamante della struttura di chirurgia maxillo-facciale ternana che ne esegue da uno a due ogni settimana.
“L’assoluta novità - spiega il dottor Spallaccia - consiste nell’uso della tecnologia 3D. L’intervento è stato programmato mediante l’aiuto di un sofisticato software con cui abbiamo potuto prevedere sul computer gli spostamenti millimetrici realizzati poi sulle ossa mascellari della paziente, simulando l’effetto prodotto sulla morfologia e sulla simmetria del profilo della ragazza. Dopodiché, mediante una tecnologia CAD-CAM che utilizza una stampante 3D, si sono realizzate delle mascherine intraoperatorie costruite ad hoc per la paziente, che ci hanno guidato nel riprodurre precisamente gli spostamenti delle ossa mascellari e mandibolari come programmato dal software. Cosa che ci fa risparmiare almeno un 20% sul tempo intraoperatorio”.
L’uso della tecnologia 3D, quindi, permette una maggiore precisione e un risparmio di tempo in sala operatoria, inoltre consente sia al chirurgo sia al paziente di avere una pre-visualizzazione di come il viso cambierà dopo l’intervento.
“Per l’ampio uso delle tecniche 3D, che può essere esteso anche alle ricostruzioni post-oncologiche – aggiunge il direttore generale Maurizio Dal Maso – abbiamo previsto un investimento finalizzato al potenziamento di queste tecnologie e un contestuale ampliamento di organico (a breve dovrebbe uscire un avviso pubblico) per dedicare, come richiesto dal dottor Spallaccia, almeno un dirigente medico al complesso utilizzo di questo sofisticato software”.