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Salute

Sclerosi multipla, la speranza che viene dalle cellule staminali: sperimentazione a gonfie vele, c’è anche Terni

Trapianto in quindici pazienti, al momento nessun effetto collaterale. Il progetto è coordinato e finanziato dalla Fondazione Casa Sollievo della sofferenza e da Revert Onlus con il patrocinio della Fondazione cellule staminali di Terni e il contributo dell’azienda ospedaliera Santa Maria

In occasione della Giornata mondiale sulla sclerosi multipla, che si celebra il 30 maggio, la Pontificia accademia per la vita dello Stato Vaticano e il suo presidente, monsignor Vincenzo Paglia, annunciano con l’associazione Revert Onlus la conclusione della sperimentazione clinica di fase I che prevede il trapianto di cellule staminali cerebrali umane in quindici pazienti affetti da sclerosi multipla secondaria progressiva.
La sperimentazione, coordinata e finanziata dalla Fondazione Casa Sollievo della Sofferenza e da Revert Onlus con il patrocinio della Fondazione cellule staminali di Terni, è stata realizzata grazie alla collaborazione fra centri di ricerca clinica coordinati dall’Irccs Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo, l’azienda ospedaliera di Terni e l’ospedale Cantonale di Lugano.

Nonostante l’emergenza Covid19 i clinici, i responsabili della produzione del farmaco, ricercatori, neurologi e neurochirurghi del team hanno unito i loro sforzi e sono riusciti a tutelare i pazienti e, allo stesso tempo, a non interrompere la sperimentazione.

L’ultimo paziente è stato trattato il 20 maggio appena trascorso. La sperimentazione di fase I, autorizzata da Istituto superiore di sanità e Agenzia italiana del farmaco, è iniziata a gennaio 2018 con il ricovero del primo paziente e costituisce il primo passo verso lo sviluppo di un protocollo sperimentale per trattare i pazienti di sclerosi multipla basato sul trapianto di cellule staminali cerebrali umane di grado clinico nel cervello dei pazienti affetti da questa grave malattia.

Scopo del trial è verificare la sicurezza del trattamento. I quindici pazienti previsti nel protocollo sono stati suddivisi in quattro gruppi e trapiantati con dosi crescenti di cellule, gli ultimi sei hanno ricevuto il dosaggio più elevato (24 milioni di cellule). Tutti i pazienti sono stati dimessi dopo 48 ore di osservazione in seguito al trapianto e non hanno manifestato effetti collaterali nell’immediato post-operatorio o nei mesi a seguire. Le équipe cliniche proseguiranno l’attività di monitoraggio per almeno un anno dopo l’intervento. Si stanno ora valutando eventuali effetti neurologici e terapeutici.

“Siamo orgogliosi di annunciare questo importante traguardo nella sperimentazione in corso con cellule staminali cerebrali”, afferma Angelo Vescovi, direttore scientifico dell’Irccs Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo e dell’advisory board di Revert Onlus, nonché professore dell’Università degli Studi di Milano Bicocca. “Aspettiamo adesso il follow-up a un anno e la sottomissione nei tempi più brevi possibili del protocollo per la fase II in questa malattia”.

“Un fiore all’occhiello della ricerca italiana - aggiunge Vescovi - Abbiamo intenzione di rendere queste cellule disponibili per le attività di ricerca in tutto il mondo, in particolare ai gruppi di ricerca che al momento non possono implementare nuove sperimentazioni proprio per la mancanza di cellule appropriate. Tutto questo avverrà naturalmente in un regime not-for-profit, come è stato in tutti i nostri studi nei quali i pazienti non hanno dovuto sostenere spesa alcuna”.

“Ringrazio il direttore della Casa Sollievo della Sofferenza, professor Angelo Vescovi, che da quasi trent’anni lavora con tenacia e determinazione per raggiungere nuovi traguardi nella medicina rigenerativa e dare una speranza in più a chi soffre di sclerosi multipla e altre malattie neurologiche. La ricerca di Revert – commenta monsignor Paglia - è unica nel suo genere perché scevra da qualunque problematica etica e morale e questo ci rende ancora più fieri dei risultati ottenuti e ci fa guardare al futuro con maggiore ottimismo, sempre nel rispetto della vita. Il traguardo raggiunto, inoltre, dimostra che l’iniziativa non è stata estemporanea, ma è riuscita ad avere continuità negli anni, ampliandosi ora ad altre malattie neurologiche e alla valutazione di auspicabili effetti terapeutici standardizzabili. I malati meritano di avere risposte e opzioni di cura ed è solo un lavoro serio e costante che può soddisfare tutto ciò, con gratuità”.

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