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La questione dei polli "broiler" arriva in Parlamento

Dopo la denuncia alla Commissione europea dell'organizzazione no profit Animal Equality, il caso dei "polli da carne", fatti crescere troppo in fretta per finire al macello, approda in Senato. Gisella Naturale e altri 14 senatori hanno presentato un'interrogazione in Commissione Agricoltura per chiedere un intervento dei ministri competenti

Selezionati dall'uomo per crescere il più velocemente possibile e diventare carne da macello. Vengono chiamati polli broiler, in pochi lo sanno, ma sono la maggior parte di quelli che mangiamo ogni giorno, il "pollo da carne" come lo definisce l'industria, che nasce e cresce con l'unico obiettivo di finire in tavola. Questa tipologia di pollo è così comune che il 98% dei polli allevati in Italia sono broiler. Un destino crudele e doloroso per gli animali frutto di una selezione genetica iniziata decine di anni fa per rispondere alla crescente domanda di carne di pollo da parte del mercato. Per capire come sono cambiate le cose nell'ultimo secolo basta fare un confronto: nel 1925 un pollo impiegava 112 giorni per raggiungere 1,2 kg di peso, adesso è invece possibile ottenere un pollo di 3 kg in meno di 50 giorni.

Il caso dei polli broiler arriva in Parlamento

Una pratica che Animal Equality ha denunciato alla Commissione europea e che adesso potrebbe approdare anche nel Parlamento italiano: la senatrice Gisella Naturale, del Movimento 5 stelle, ha annunciato ieri in Senato di aver presentato un'interrogazione in Commissione Agricoltura sottoscritta da altri 14 senatori per chiedere ai Ministri competenti di intervenire a tutela dei polli allevati a scopo alimentare ed evitare loro dolore e sofferenze inutili, come stabilito dalla legge europea.

Come ricordato dalla senatrice, i polli broiler a rapido accrescimento sono frutto di una selezione genetica estrema, poiché crescono troppo in fretta sviluppando eccessivamente petto e cosce, le parti più vendibili sul mercato. Il loro organismo non è però in grado di sorreggere il peso innaturale raggiunto, con conseguenti problemi ai muscoli, agli arti e cardio-respiratori. Questa condizione determina anche serie difficoltà nel raggiungere acqua e cibo in autonomia.

"Sappiamo che l’unico obiettivo di questa selezione artificiale è quello di ottimizzare la produzione industriale di uno degli animali più allevati, sfruttati e macellati al mondo. I polli uccisi ogni anno per l'alimentazione umana, infatti, sono oltre 60 miliardi, ben otto volte la popolazione mondiale - ha detto Naturale nel suo intervento - Queste pratiche di allevamento sono palesemente in contrasto con l'articolo 13 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, che riconosce gli animali come "esseri senzienti”, e con la direttiva 98/58/CE del Consiglio, del 20 luglio 1998, sulla protezione degli animali negli allevamenti, che prescrive, in particolare, che agli animali non siano provocati dolori, sofferenze o lesioni inutili".

La denuncia di Animal Equality

A giugno 2022, Animal Equality ha depositato presso la Commissione europea una denuncia contro i 27 Stati membri per le violazioni della normativa UE relativa all’allevamento di polli broiler a rapido accrescimento. Contestualmente alla denuncia, Animal Equality ha depositato anche una petizione al Parlamento europeo per chiedere di porre fine allo sfruttamento di questi animali geneticamente selezionati per aumentare la produzione a discapito della loro salute.

Dopo aver accolto la petizione di Animal Equality depositata presso il Parlamento europeo, a febbraio 2023 la Commissione UE ha riconosciuto che l’allevamento dei polli broiler a rapido accrescimento è problematico. La stessa Commissione ha comunicato che sta valutando le possibilità di intervento per affrontare le conseguenze negative che l'allevamento di questi animali comporta nell’ambito della revisione della legislazione sul benessere degli animali allevati, prevista entro il 2023. Come riconosciuto anche dall’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA), la selezione genetica effettuata sui polli broiler a rapido accrescimento allevati per la loro carne ha infatti ripercussioni disastrose sulla qualità di vita dei polli. 

In Italia, secondo i dati dell’Anagrafe Nazionale Zootecnica, i polli macellati sono più di 550 milioni ogni anno, il 98% sono polli a rapido accrescimento. Alla luce dei risultati emersi dal suo lavoro di inchiesta, Animal Equality ha inoltre lanciato una petizione rivolta al Ministro per le Politiche Agricole e al Ministro per la Salute per chiedere di supportare a livello europeo l’abbandono totale dei polli broiler a rapido accrescimento in Italia.

Articolo originale su Today.it

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