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Barbara Corvi, sei ore di interrogatorio per testimoniare le propria innocenza. Faccia a faccia fra Lo Giudice e il procuratore di Terni

Un interrogatorio fiume durante il quale il 49enne di origine calabrese ha chiesto di essere ascoltato con i suoi legali. Si dichiara innocente ma resiste l'impianto accusatorio della procura di Terni

È durato più di sei ore il faccia a faccia fra Roberto Lo Giudice e il procuratore generale di Terni, Alberto Liguori. Sei lunghe ore per professare, con ogni parola possibile, la propria innocenza relativamente all’accusa di omicidio premeditato, occultamento e soppressione di cadavere con la complicità del fratello Maurizio (anche lui indagato ma a piede libero), della moglie Barbara Corvi, sparita nel nulla il 27 ottobre del 2009 dalla sua abitazione di Montecampano, frazione di Amelia.

Il 49enne di origini calabresi, è rinchiuso dallo scorso 30 marzo nel carcere ternano di Sabbione su decisione del giudice per le indagini preliminari di Terni Tordelli. Durante l’interrogatorio, chiesto spontaneamente da Lo Giudice, avrebbe circostanziato, col sostegno dei suoi legali (Giorgio Colangeli e Cristiano Conte), la sua totale estraneità ai fatti contestati dalla procura.

Tuttavia, sembra reggere l’impianto accusatorio che si fonda sull’ipotesi di una corresponsabilità rispetto all’omicidio della povera Barbara Corvi, confermato dalle dichiarazioni rese da tre collaboratori di giustizia che risulterebbero congruenti fra loro.

Tuttavia, i legali di Lo Giudice hanno già presentato ricorso al tribunale del riesame di Perugia per ottenere un provvedimento meno restrittivo applicato dal gip nei confronti dell’ex marito di Barbara Corvi. Il responso da parte della corte è atteso per martedì 20 aprile.

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