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Storico locale riapre a Terni: “Un grande bisogno di un presidio sul territorio anche nelle periferie della città”

“Un nuovo inizio per un luogo che si contraddistingue da più di trent’anni”. Annunciata l’iniziativa dagli organizzatori per il reopening del Panpot

Due anni di stop, prima del reopening di domenica 6 novembre. Lo storico ex centro di aggregazione giovanile ternano Panpot, riapre definitivamente i battenti dopo l’emergenza sanitaria. Il locale, gestito sin dai suoi albori dall’Associazione Attenti al Kane si occupa di musica, di sale prove, di produzione musicale ma soprattutto è un luogo di scambio culturale.

A tal proposito, domenica 6 novembre, si svolgerà l’iniziativa di ripartenza andando ad ospitare tutti coloro che vorranno far parte della famiglia del Panpot. Un nuovo inizio per il locale che, fin dai primi anni novanta, ha svolto un ruolo importante come circolo di aggregazione musicale giovanile. Collocato nel quartiere di Borgo Bovio rappresenta pertanto un punto di riferimento, anche presidio per la periferia della città. A sostegno della riapertura del centro moltissimi dei rappresentanti dell’associazionismo ternano e locale, in primis l’Associazione Ephebia, storica partner e associazione ‘gemella’ di Attenti al Kane.

Ad intervenire alla nostra redazione di www.ternitoday.it il presidente di Attenti al Kane Mauro Antonelli ed Eleonora Castellani, membro storico dell’associazione: “Correvano i primi anni novanta quando nacque il circolo di aggregazione musicale giovanile, principalmente spazio per la musica alternativa”. Gli sviluppi del ventunesimo secolo: “Dal 2018 in poi abbiamo gestito in autonomia, proseguendo l’attività senza alcun appoggio. Nel corso della pandemia è rimasto chiuso al pubblico ed ora l’associazione riapre i battenti come circolo musicale. Tutto ciò è reso possibile grazie al supporto dei sostenitori e dei volontari”.

Cosa avete preparato per il 6 novembre: “Un giro per la struttura per poi mostrare ai partecipati le nostre attività. Gli strumenti sono a disposizione di tutti coloro i quali vorranno provare. In questi due anni di stop ci siamo focalizzati sulla manutenzione ordinaria della struttura, grazie all’impegno dei volontari. Sopravvivere è stato davvero difficile ma ci siamo riusciti e questo per noi – sottolineano – rappresenta un bel traguardo. Avvertiamo un grande bisogno di un presidio sul territorio, anche nelle periferie per un luogo che si contraddistingue da più di trent’anni sul territorio”.  

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