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A Carsulae la domus delle sorprese: portate alla luce parti di statue in marmo

Dopo circa un mese di scavi, gli archeologi dell’Associazione Astra hanno rinvenuto dieci frammenti di almeno due sculture e altri interessanti reperti

Il rischio è sempre quello: spendere tanto tempo e tante energie per poi non portare alla luce nulla, o quasi. Di certo non un lavoro sprecato, perché chi fa l’archeologo, chi sta sul campo, poco guarda alle temperature proibitive, alla fatica fisica e magari a risultati non esaltanti.
Fortunatamente, non è questo il caso di Carsulae. La costanza e il duro lavoro del team di archeologi e restauratori dell’Associazione Astra che, ormai da un mese, sta lavorando senza sosta nell’area della nord della domus, hanno iniziato a dare i primi (grandi) risultati.

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All’inizio, è stato solo un primo frammento di un panneggio, poi un secondo e un terzo, poi una mano, un dito, un’altra mano. In totale, al momento, si tratta di dieci pezzi di almeno due statue (perché sono riemerse due mani destre) di dimensioni superiori al vero, in marmo bianco. Almeno una delle due rappresenterebbe un imperatore o, comunque, una figura maschile intenta nel gesto dell’adlocutio, che consisteva nel tenere pollice, indice e medio ben aperti, chiudendo anulare e mignolo, per richiamare l’attenzione del pubblico – o dei soldati – nel prendere la parola.
Sono quindi la posizione della mano e le parti di panneggio del braccio destro a far intuire che la statua potrebbe avere una posa simile a quella dell’Augusto di Prima Porta, una delle più celebri opere del mondo classico.

“Ovviamente sarà necessario rimettere insieme e studiare i vari frammenti – afferma il direttore scientifico dello scavo, Massimiliano Gasperini -. Siamo di fronte ad almeno due statue, ma potrebbero anche essere di più. I frammenti sono riferibili a diverse parti anatomiche, alcuni anche di dimensioni significative. Sembrerebbero essere riferiti alla Prima Età Imperiale”.

Frammenti2-2Le parti di statua sono stati rinvenuti nell’area Nord della domus, uno dei saggi aperti nel corso della campagna di scavi finanziata dalla Fondazione Carit, di cui l’associazione Astra è concessionaria per il Mibac. Accanto a Gasperini, a “sporcarsi le mani” sono il presidente dell’associazione e direttore dello Scavo, Luca Donnini, oltre ad Angelica Catozzi, Valerio Chiaraluce e Sergio Strazzulla. Ma non solo: si sta concludendo il periodo di permanenza degli studenti australiani della Monash University di Melbourne e del Laboratorio di restauro dell'Università della Tuscia di Viterbo.
All’area della domus si affianca quella del capitolium, ossia del tempio principale della città – dove è stato rinvenuto un dolio, sul cui orlo è inciso il numero VIIII, che ne indica la capienza e corrispondente al contenuto di nove anfore - e del saggio D, dove era stata portata alla luce una strada e resti di diversi ambienti.
Ritornando ai frammenti, non è detto che le statue in questioni fossero collocate proprio negli ambienti dove sono stati rinvenute, ossia nell’area più commerciale della domus, ma potrebbero esservi stati collocati successivamente anche perché, come evidenzia ancora Gasperini, “l’avanzamento degli scavi ci riconferma che la domus ha attraversato diverse fasi, con diversi frazionamenti degli spazi realizzati nel corso del tempo”.
Con la fine del mese, gli scavi saranno sospesi e riprenderanno a settembre, per continuare quel percorso che, anno dopo anno, ci sta restituendo uno dei luoghi più suggestivi e magici del nostro territorio.

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