rotate-mobile
Attualità

Trent’anni, single e con un lavoro (forse precario): le donne che in Umbria chiedono di abortire

I dati dell’ultima relazione al Parlamento sullo stato di attuazione della legge 194: più della metà ha una licenza di scuola media superiore, il 14% è laureato. Quante sono le casalinghe e le studentesse

In quindici anni il numero di interruzioni volontarie di gravidanza in Umbria si è ridotto in maniera piuttosto corposa. Secondo i dati diffusi dal ministero della salute, in Umbria nel 2007 erano state praticate 2.119 Ivg, scese poi a 824 nel 2020. Una quota che si è ulteriormente ridotta nel 2021, arrivando a 729 anche se i dati “ufficiali”, ossia quelli contenuti nell’ultima relazione al Parlamento sullo stato di attuazione della legge 194 in Italia fanno riferimento a due anni fa.

Dalle oltre cento pagine del documento, emerge come un solo caso - nel 2020 - abbia riguardato una ragazza con età inferiore a 15 anni, mentre 58 sono state le ragazze fra 15 e 19 anni, 116 quelle fra 20 e 24, 137 fra 25 e 29, 198 fra 30 e 34, 194 fra 35 e 39, 101 fra 40 e 44 e 7 fra 45 e 49 anni. In 12 casi non è stata rilevata l'età della donna. I tassi di abortività più elevati si riscontrano dunque nella fascia d'età 30-34 anni /8,7), 35-39 anni (7,6) e 25-29 (6,8).

Andando ad analizzare lo stato civile delle donne che hanno chiesto l’Ivg nel 2020, i dati dicono che nel 57,3% dei casi si trattava di nubili, (465), nel 34,6% di donne sposate (281), nell'8,1% di separate o divorziate (66).

Relativamente al titolo di studio, il 54,1% delle donne umbre interessate dal percorso di Ivg era in possesso della licenza media superiore (432), il 29% di quella di scuola media inferiore (232), 112 le laureate (14%) e 23 erano in possesso di scuola elementare o di nessun titolo di studio (2,9%).

Quanto alla situazione lavorativa, il 47,4% delle donne (380) hanno dichiarato di avere una occupazione, 173 (21,6%) di essere disoccupate, 30 in cerca di prima occupazione (3,7%), 131 casalinghe (16,3%), 87 studentesse (10,8%).

Delle 824 interruzioni volontarie di gravidanza, 678 (93,6%) sono state effettuate da donne umbre nella propria provincia di residenza mentre 46 (6,4%) sono uscite dalla provincia di residenza. In 89 casi (10,9%) l’Ivg è stata effettuata nelle strutture sanitarie dell’Umbria da donne residenti fuori regione. Nella totalità dei casi, l’Ivg è avvenuta all’interno di strutture sanitarie pubbliche.

Ancora un dato, la cittadinanza: 518 sono cittadine italiane mentre circa 300 sono le straniere, nella maggior parte dei casi (151) si tratta di donne dell'Est Europa, in 77 casi di donne provenienti dall'Africa e in 45 casi dall’America del sud.

Fra le numerose tabelle presenti all’interno della relazione, un approfondimento riguarda l’Ivg e aborti volontari precedenti. In Umbria, in 640 casi le donne non avevano avuto altre esperienze di aborto, 131 (15,9%) avevano già avuto un aborto, 35 (4,2%) due interruzioni di gravidanza, 11 (1,3%) tre Ivg e 7 (0,8%) 4.

Ultima nota relativa ai tempi di attesa: in 562 casi, l’attesa è stata inferiore a 14 giorni, in 149 casi i tempi sono stati fra 15 e 21 giorni, 48 fra 22 e 28 giorni, 37 oltre i 28 giorni mentre in 28 casi i tempi non sono stati rilevati.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Trent’anni, single e con un lavoro (forse precario): le donne che in Umbria chiedono di abortire

TerniToday è in caricamento