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Acciai Speciali Terni, nuove assunzioni per il sito ternano. Richiesta una convocazione al Ministero

I rappresentanti di Rsu dopo un’ampia discussione, sono riusciti ad impegnare l’azienda a procedere a nuove assunzioni per i primi giorni di marzo

Luci ed ombre ad Acciai Speciali Terni. I rappresentanti della Rsu di Ast, in un incontro con il management della direzione aziendale, dopo aver constatato delle difficoltà relative all’attuale organizzazione del lavoro, sono riusciti ad impegnare l’azienda a procedere a nuove assunzioni per i primi giorni di marzo. I nuovi assunti, dovrebbero essere una decina. Diverse le ombre, come sottolineano in una nota le Rsu. “Pur confermando le diverse difficoltà di mercato, particolarmente rispetto alle produzioni di black e nac (nastri a caldo, ndr), in questo trimestre si prevede il superamento seppur di poche migliaia di tonnellate rispetto al budget per le lavorazioni di Iaminato a freddo. Ciò ovviamente comporta un’insaturazione in Acc che si concretizza con una fermata prevista della CB7 che va dalle 22 del 18 marzo alle 6 del 1 aprile e una piena saturazione di tutte le altre aree dell’Azienda” .

A febbraio e marzo, secondo le parti sociali: “Si prevede di processare complessivamente 15 mila tonnellate di bramme esterne”. Le Rsu hanno chiesto ed ottenuto l’impegno aziendale rispetto alla fermata “di farsi carico della copertura di tutti quei lavoratori di Acc che per effetto della scadenza della cassa integrazione ordinaria il 27 febbraio resterebbero scoperti, facendoli venire comunque al lavoro nei loro turni di appartenenza”. Il quadro generale del sito di Ast preoccupa le Rsu che chiedono la convocazione urgente di un tavolo al Ministero dello Sviluppo Economico.

Marco Bruni coordinatore Rsu Fismic: "La situazione resta la stessa"

“Il segnale è estremamente chiaro: la linea delle Bramme 7 continuerà un periodo di insaturazione, a dispetto di quanto c’era stato detto ovvero che marzo sarebbe stato un mese più soft – Lo dichiara il coordinatore Rsu della Fismic Marco Bruni - La situazione resta la stessa ed è estremamente preoccupante. Dal mio punto di vista occorre dire la verità: si va avanti con comunicazioni per tranquillizzare le persone. Fermare una linea tredici giorni al mese significa lavorare a poco meno del 50% del potenziale a disposizione. Non intendo più accettare che ci vengono raccontate cose non vere, in merito a segnali positivi e ripartenza fatti pervenire”.

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