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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Le tecniche di Michelangelo e le "astuzie" degli antichi greci per la rinascita di una chiesa di Terni

Il progetto dell’associazione Women of Faith in collaborazione con l’artista statunitense Mark Balma sull’idea dell’ex parroco, don John McElroy: i dettagli

Women of Faith (Le Donne della Fede) è il nome di un’associazione che sta sponsorizzando un progetto di affreschi, secondo l’antico metodo utilizzato da Michelangelo per dipingere la Cappella Sistina e altre sue opere. L’idea è nata in seno ad un primo progetto, promosso dalla parrocchia dell’Immacolata concezione di Terni, al fine di restaurare la parte strutturale della chiesa. La costruzione originale di quest’ultima fu concepita dall’architetto/ingegnere romano Giuseppe Nicolosi. Dall’epoca della sua costruzione, che risale agli anni ’60 del secolo scorso, sulla struttura sono stati eseguiti pochissimi lavori di manutenzione e, sebbene la chiesa fosse stata impreziosita da opere d’arte nel corso degli anni, allo stato attuale si presentava in uno stato di urgente bisogno di ristrutturazione.

Il parroco di allora, il newyorkese don John McElroy vi prestava servizio dal 2009 ed è grazie alla sua insistenza se è nato il progetto di restauro iniziale, che poi fu diviso in varie fasi di intervento. Queste ultime erano state previste per permettere un’alternanza di esecuzione ed interruzione dei lavori, in modo da consentire alla parrocchia di ottenere nuovi fondi e procedere con la fase successiva. Senza però allontanarsi mai dalla logica del progetto inizialmente concepito.

Una parte dei fondi – circa la metà di quelli richiesti - l’ha stanziata la Conferenza episcopale italiana (Cei). Ma ne servivano degli altri, perciò la parrocchia non ha mai interrotto la ricerca. Una parte dei lavori è stata dunque eseguita, ma per il completamento del progetto iniziale ne servono ancora.

Il parroco, osservando l’interno di questa chiesa a tre navate, un giorno ha immaginato le pareti della navata centrale come il sito perfetto per accogliere dipinti o altre opere d’arte. Se si fosse riusciti a trasformarlo in un progetto sovvenzionato da donatori esterni, l’idea di don John avrebbe contribuito al completamento dell’intero progetto di ristrutturazione.

Ricordandosi di un incontro di trent’anni prima con un artista americano che all’epoca soggiornava ad Assisi, don John ha provato a ricontattarlo e sapendolo nuovamente in loco è andato ad incontrarlo. Si trattava di Mark Balma, uno tra gli ultimi allievi del celebre ritrattista fiorentino Pietro Annigoni. Era stato proprio Annigoni ad insegnare a Balma la tecnica utilizzata da Michelangelo per realizzare i suoi affreschi.

Il primo contatto tra i due è avvenuto su Internet: don John gli ha inviato un breve resoconto del progetto artistico che aveva in mente, unitamente ai bisogni e alle difficoltà riscontrate nel realizzarlo. Balma ha reagito al racconto di don John facendo un balzo dalla sedia, tanto che di lì a breve i due si sono incontrati di persona. Durante quell’incontro, che consisté in un vero e proprio brainstorming, i due giunsero all’idea fondamentale dell’intero progetto: renderlo una testimonianza artistica del “ruolo della donna nella Chiesa”.

Dopo averne abbozzata una prima stesura, e consultatosi con una teologa ternana, la dottoressa Lilia Sebastiani, don John ha dato il titolo definitivo al progetto: Women of Faith.

Il dialogo creativo tra don John e Mark Balma è dunque iniziato nel 2017 e le prime offerte di sovvenzionamento sono arrivate dagli Usa, paese in cui Balma aveva la sua residenza. Tuttavia alcuni fattori, tra i quali la situazione economica statunitense, hanno impedito che quei fondi venissero regolarmente trasferiti a beneficio del progetto italiano. E la situazione di stallo è perdurata per tutto il 2019, sebbene alla fine di quell’anno l’associazione “Women of Faith” ha assunto regolare forma giuridica e ha ottenuto l’approvazione del Caf America come ente legale nel quale far confluire le donazioni destinate alla realizzazione del progetto.

Painting_2-2Nel 2020 la pandemia ha provocato un arresto globale di ogni tipo di attività. Nel giugno di quell’anno sono giunte all’associazione ulteriori offerte di sovvenzionamento, rimaste sospese anch’esse per via dello stato confusionale in cui versavano le politiche degli Usa in quel momento. Sostenuto dall’impegno e dalla speranza dei promotori che hanno continuato a credere nel progetto, i lavori non si sono fermati, tanto che l’artista Balma è in dirittura d’arrivo per completare la realizzazione del primo pannello.

Per ovviare alle restrizioni imposteci dall’attuale situazione sanitaria, infatti, Balma ha deciso di ricorrere all’antico metodo utilizzato dai greci che consisteva nel realizzare gli affreschi su speciali tele per poi spedirli dalla Grecia verso quei continenti in cui si stavano costruendo nuove colonie. L’utilizzo di questo metodo permetterà oggi a Mark di spedire in Italia le opere prodotte in Minnesota (USA) e i primi due o tre affreschi - ciascuno della misura di quattro metri per sei - saranno completati e spediti a Terni probabilmente a giugno del 2021.

“La nostra speranza – spiegano dall’associazione - rimane che il resto della produzione si possa completare sul posto, come originariamente previsto, a partire dall’autunno di quest’anno. Questa è, in definitiva, l’anima del progetto che abbiamo fortemente voluto e che continuiamo a volere, a prescindere dagli avvenimenti che, come ormai abbiamo imparato, non si possono prevedere. E a prescindere anche dai dettagli e dai contenuti emersi in momenti successivi alla prima stesura del progetto originale. È indubbio che vi sia un interesse crescente intorno a questo progetto, da parte di chi lo osserva da una prospettiva interreligiosa. C’è anche la spinta ad un dialogo sorprendente tra le tecniche artistiche più antiche e i bisogni dell’età moderna a fare da spina dorsale. C’è la questione teologica che il progetto si ripropone di sollevare, nel riconsiderare il ruolo della donna alla luce dei dettami della fede destinati ai popoli. C’è inoltre la componente del dialogo inter-religioso, stimolato dal contenuto del secondo e terzo panello. Questi panelli pongono la loro attenzione sulle figure di Hagar, Sarah e tutti i componenti della tenda di Abramo. C’è, infine, l’opportunità di donare all’edificio concepito da Nicolosi quella perfetta completezza che merita. Questa chiesa era in attesa di un progetto come questo. Questo progetto è, per dirla con le parole di un filantropo e critico d’arte di New York, il più grande progetto di affreschi degli ultimi due o trecento anni”.

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