Ternani nel mondo, Agnese si racconta: “Lavoro in una regione dove occorrono centinaia di dentisti. Stress, gratificazione e riconoscenza”
Il racconto: “Terni sarà sempre la mia casa. Nei primi anni tornando a casa per le vacanze, appena vedevo il verde della nostra Umbria mi commuovevo”
Un sogno coltivato fin da bambina, realizzatosi al di fuori del territorio nazionale. La rubrica ‘Ternani del mondo’ torna, a distanza di tempo, grazie al prezioso contributo fornito da Agnese Astarita. La professionista infatti racconta alla nostra redazione di www.ternitoday.it i passaggi fondamentali della sua vita professionale, partendo naturalmente da Terni.
Nel corso del 2016 Agnese ha lasciato l’Umbria per andare a studiare in Spagna, dopo una precedente esperienza in uno studio dentistico, come assistente alla poltrona: “Da allora non sono più tornata” tiene a precisare Agnese. “Tra i motivi principali, all’epoca, c’era lo studio. Sono stata un po’ costretta perché purtroppo non riuscivo a superare i famosi test d’ingresso della facoltà di medicina. Dico purtroppo – aggiunge - perché nonostante sia pienamente soddisfatta del percorso compiuto, la delusione e la confusione, per un periodo, sono emerse”.
Da due anni vive a Caen, nord della Francia, ed è riuscita a realizzarsi in ambito medico: “Il lavoro è esattamente come il tempo qui in Normandia. Molto molto variabile (sorride ndr). Possiamo paragonarlo anche a una montagna russa. Ci sono momenti molto stressanti che mettono a dura prova, ed altrettanti gratificanti. Vivo in una regione dove servono centinaia di dentisti. Possiamo immaginare le difficoltà e il disagio che vivono i pazienti. Proprio per questo motivo sono immensamente riconoscenti per il lavoro che svolgiamo, tenendo in considerazione anche loro, molto spesso, le nostre difficoltà date dalla lingua e la distanza da casa e dalla famiglia”.
Dalle prime criticità, in termini di apprendimento della lingua, alle capacità di sapersi ambientare ed adeguare: “L’ambiente lavorativo è anche la mia casa, e le persone con cui lavoro sono la mia famiglia. Tanti ragazzi, di vari paesi europei, hanno scelto di emigrare un po’ per necessità e un po’ per curiosità”. E Terni?: “Sarà sempre la mia casa. Nei primi anni passati in Spagna, tornando per le vacanze, appena vedevo il verde della nostra Umbria mi commuovevo. Forse perché venivo dall’aridissimo sud spagnolo, o forse per la nostalgia, chi lo sa. Tuttavia il legame rimane sempre molto forte”.
Cosa ti manca?: “La nostra cucina, il nostro accento, il parlare liberamente in italiano-ternano e l’uscita dopo cena con le amiche di sempre. Però so che oggi mi sentirei fuori posto. Ho trovato la mia dimensione andandomene da Terni e so che mi starebbe un po’ stretta ora. Purtroppo, parlando in generale, sembra una città con poche opportunità, poco dinamica. Anche se devo riconoscere che proprio ultimamente sto vedendo tentativi da parte di molti coetanei per renderla più viva. Occorre reinventarsi - osserva - e non adagiarsi su quello che c’è sempre stato ma cercare di evolvere, di creare noi stessi qualcosa di nuovo. E riconosco in quelli che lo fanno una grande forza e un grande coraggio. È più facile fuggire per trovare qualcosa di meglio altrove, che restare e creare con le proprie mani e le proprie idee qualcosa che stravolge quello che è sempre stato considerato normale e familiare.”
Che bilancio tracci: “Ho impiegato tempo per andarmene e per prendere la mia strada. Ad oggi sono contenta del percorso e dei progetti futuri. Anni fa non avrei mai immaginato di vivere in un altro paese, parlando altre lingue. Contestualmente ho sempre guardato con grande ammirazione coloro che lo facevano. Forse proprio perché in fondo era quello che avevo sempre desiderato. Sento di consigliarlo a tutti quelli che avvertono questa necessità di scoperta e non trovano il coraggio per iniziare. È una vita che ti arricchisce molto, di persone, di ricordi ma che, allo stesso tempo, ti toglie tanto”
La riflessione a margine: “Torni a casa dopo mesi e vedi i tuoi nipotini camminare, i tuoi nonni molto più seduti di come li avevi lasciati e i genitori con gli occhi lucidi all’arrivo e alla partenza. Ti rendi conto di come il tempo stia passando nonostante tu non ci sia. E impari a vivere quei pochi momenti insieme in modo molto più intenso”.