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Venerdì, 22 Settembre 2023
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“Sezioni accorpate e numeri per il sostegno agli alunni disabili non rispettati, la scuola dell’infanzia a Cesi verso la chiusura”

L’allarme dei genitori degli alunni: “Iscrizioni rifiutate per non creare due classi e organico docenti dimezzato, che futuro vogliamo per la porta dell’Umbria?”

“Ci chiediamo se è questo che le istituzioni ternane, sindaco Stefano Bandecchi in primis, vogliono per il territorio di Cesi”. A porsi la domanda sono i genitori degli alunni della scuola dell’infanzia di Cesi che quest’anno “quest’anno avrà una sola sezione e da quanto emerge dal comportamento della dirigenza scolastica, non passerà molto tempo prima che le porte del plesso vengano chiuse per sempre”.

Le preoccupazioni dei genitori lunedì scorso sono state affidate anche ad una pec, inviata all’ufficio scolastico regionale, alla dirigente dell’istituto comprensivo Felice Fatati e allo stesso primo cittadino di Terni. “Ma ad oggi – dicono – nessuno ha ancora risposto”.

Il problema è questo: “Nel paese meritatamente incoronato come porta dell’Umbria, porta delle meraviglie – scrivono i genitori in una nota - lo scorso anno erano rimaste due sezioni da 16 bambini ciascuna. Quattro maestre e un maestro di sostegno in grado di gestire insieme al personale Ata l’intera struttura, un ambiente senza classi pollaio, con ampissimi spazi interni ed esterni largamente sfruttati nei quali i bambini hanno avuto modo di affrontare l’anno scolastico in assoluta serenità”. Ora però “quella che dovrebbe essere considerata come il fiore all’occhiello dell’istituto comprensivo Felice Fatati per quanto riguarda la fascia 3-6 anni, si sta avvicinando a una chiusura coatta dovuta ai tagli che, con crescente veemenza, la dirigenza sta effettuando anno dopo anno”. Per l’anno scolastico ormai alle porte sembra infatti sia stata presa la decisione “perentoria di unire due classi e formare una sola sezione da 26 bambini, con due alunni con disabilità, in barba a qualsiasi normativa ministeriale che pretende un limite di 20 bambini per ogni bambino con 104. Come se non bastasse, è di questi giorni la notizia, confermata dalla dirigente, che ci sarebbero state ulteriori iscrizioni arrivate durante la pausa estiva che avrebbero consentito di creare due sezioni, ma sarebbero state rifiutate perché fuori tempo massimo. Cosa che non accadeva negli anni precedenti quando anche a fine agosto gli alunni potevano migrare da un plesso ad un altro. Quindi, oltre il danno la beffa, un po’ per tutti: bambini disabili in classi assolutamente fuori norma, bambini ai quali è stata rifiutata l’iscrizione e, non per ultimo, docenti trasferiti e organico dimezzato”.

Da qui la preoccupazione e la rabbia dei genitori che puntano il dito contro il fatto che si preferisca “perseguire l’esempio di altre scuole nelle quali non si rispettano palesemente le direttive ministeriali per cause di forza maggiore, da tradurre con tagli irragionevoli, creando classi sovraffollate e minando quel raro equilibrio che, con gli anni, le docenti avevano creato in una scuola inserita in uno dei contesti più belli del territorio ternano, con bambini provenienti da tutta Terni nord”.

“Da genitori però il primo quesito che ci siamo posti è stato: con quale rispetto ci si approccia alle necessità e in questo caso persino alle disabilità dei più piccoli se non si garantisce loro un ambiente capace di accogliere i loro bisogni? La scuola materna in questione – proseguono i genitori - non viene evidentemente considerata dalla dirigenza scolastica una realtà necessaria e radicata nel territorio di Cesi, ma un peso burocratico da chiudere al più presto”.

I genitori si stanno già interrogando sul da farsi: qualcuno deciderà inevitabilmente di trasferire il proprio figlio o figlia in altri istituti, le iscrizioni caleranno ulteriormente e la chiusura definitiva del plesso sarà così giustificata e inevitabile.

“Ci chiediamo inoltre se è questo che le istituzioni ternane, sindaco Bandecchi in primis, vogliono per il territorio di Cesi. Un’area nella quale convergeranno investimenti pubblici per 20 milioni di euro, obiettivo di privati che vedono nello sviluppo dell’area grandi potenzialità, di famiglie che stanno costruendo lì il loro futuro e che vedono nella scuola un servizio essenziale. Quanti di noi cambiando casa si sono chiesti se nel nuovo quartiere ci fossero delle buone scuole? E quanti hanno scelto di avvicinarsi ai servizi primari quando hanno avuto dei figli? In estrema sintesi, quale futuro immaginano per il territorio di Cesi e per gli investimenti che verranno fatti? Un paese-dormitorio per turisti, certamente non un luogo nel quale far crescere dei bambini”.

Alla protesta resta però aggrappata anche una speranza: “Auspichiamo che la dirigente scolastica torni sui suoi passi – chiedono i genitori - autorizzando le iscrizioni che sono state in precedenza rifiutate in modo da poter formare e garantire due sezioni per l’anno scolastico 2003/2024 nella scuola dell’infanzia di Cesi, ripristinando l’organico docenti e smentendo a fatti e non a parole la volontà oramai purtroppo palese di chiudere il plesso”.

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