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Anfiteatro romano, ecco il piano del Comune: “Pronto a ritrovare il suo fascino”

Da Palazzo Spada arriva il via libera al nuovo progetto di recupero grazie al sostegno della Fondazione Carit

Pronto il progetto del Comune per rilanciare l’anfiteatro romano, grazie al contributo della Fondazione Carit per un milione di euro. L’intervento è redatto dagli uffici della direzione lavori pubblici e propone il restauro completo delle superfici fuori terra di paramento murario sia esterne che interne dello storico manufatto.  Si tratta dunque di un progetto complessivo di manutenzione e soprattutto di valorizzazione riguardante l'intero immobile anche sotto l’aspetto impiantistico e di adeguamento delle norme di sicurezza. In particolare il nuovo intervento si articolerà in due fasi: pulizia e restauro conservativo.

“Al termine di questo complesso e delicato intervento – sottolinea l’assessore Benedetta Salvati – non solo avremo un monumento consolidato e con strutture molto più facilmente leggibili per i visitatori, ma anche una struttura più bella e sicura per gli spettacoli. Inoltre, entro luglio 2023, dovremo affidare i lavori già finanziati attraverso i progetti che abbiamo presentato nell’ambito del PNRR per il restauro e la messa in sicurezza dell’adiacente ex Chiesa del Carmine con il suo auditorium e per il parco della Passeggiata. Una volta eseguita questa articolata fase di interventi, il parco della Passeggiata sarà sempre più un luogo unico e di grande interesse non solo a livello cittadino, potendo offrire monumenti storici fruibili per incontri e spettacoli in un ambiente verde, con alberature di grande pregio, completamente recuperato”.

L'anfiteatro romano di Terni sorgeva all'interno delle mura ma ai margini dell'abitato e circondato da una zona di rispetto inedificata. Tale condizione di isolamento dell'edificio permane pressoché inalterata soprattutto all’interno della Passeggiata. Nonostante la sovrapposizione di strutture medievali e moderne (complesso del palazzo vescovile e della Curia, l’ex chiesa della Madonna del Carmine), l’edificio per spettacoli è così ancora apprezzabile in tutto il suo sviluppo ellittico (98.50 x 73 m), conservato in alzato fino a 10 metri. L’anfiteatro è realizzato per lo più in opera reticolata, soprattutto bicroma con elementi piramidali (cubilia), di pietra sponga e di calcare disposti a filari alternati, che in origine accentuavano l’effetto decorativo delle parti a vista. La facciata - della quale rimangono due ampi tratti ai lati della chiesa del Carmine - era scandita da lesene delimitanti campate alternativamente chiuse e aperte da archi; lungo via del Vescovado, un tratto di muro anulare si erge al disopra della volta dell'ambulacro, attestando che un secondo ordine si elevava sul primo, come documentato peraltro da un disegno della fine del XV sec. di Francesco di Giorgio Martini, che riproduce una parte del prospetto dell'anfiteatro ternano composto di due ordini sovrapposti e con finestre aperte nel muro del secondo ordine in corrispondenza degli archi dell'ordine inferiore.

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