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L'allarme lanciato dai “civici”: "La Regione non cali la scure sul trasporto pubblico”

In una nota congiunta cinque amministratori chiedono di evitare i tagli al trasporto pubblico che rischierebbero di isolare interi territori

L'Umbria dei territori interconnessi o l'Umbria centralizzata? E' questa la scelta che deve compiere la governatrice Tesei secondo un gruppo di amministratori civici che, in una nota congiunta, lanciano un vero e proprio appello per salvaguardare i collegamenti tra territori, cercando di evitare i tagli che si intravedono all'orizzonte: “La presidente della Regione Tesei – affermano Franco Raimondo Barbabella (Orvieto), Paolo Brancaleoni (Castiglione del Lago), Giovanni Codovini (Umbertide), Alessandro Gentiletti (Terni) Gianluigi Maravalle (Ficulle) - ha fatto presente come il trasporto pubblico locale sia in squilibrio strutturale di 15 milioni di euro, di cui sei provenienti dall’Iva, che deve essere versata; altri sei sarà la Regione a trovarli nel bilancio; 3,5 dovranno riguardare i tagli, e su questi si demanda ai Comuni la decisione sulla forbice. Entro dieci giorni i Sindaci dovranno stabilire quali corse dovranno essere tagliate come “corse inutili” o accorpate a tratte urbane già esistenti. Riteniamo una follia sia il metodo che il merito: si chiede un taglio ai territori, svuotando un servizio, senza compensarlo con null’altro. Dove starebbe la novità di governo?”

Lo squilibrio strutturale del trasporto pubblico

"La presidente della Regione Tesei - continuano i firmatari della nota - ha fatto presente come il trasporto pubblico locale sia in squilibrio strutturale di 15 milioni di euro, di cui sei provenienti dall’Iva, che deve essere versata; altri sei sarà la Regione a trovarli nel bilancio; 3,5 dovranno riguardare i tagli, e su questi si demanda ai Comuni la decisione sulla forbice. Entro dieci giorni i Sindaci dovranno stabilire quali corse dovranno essere tagliate come “corse inutili” o accorpate a tratte urbane già esistenti. Riteniamo una follia sia il metodo che il merito: si chiede un taglio ai territori, svuotando un servizio, senza compensarlo con null’altro. Dove starebbe la novità di governo?"

“Un taglio del genere isola i nostri territori”

“Ha ragione il Presidente di ANCI Umbria e sindaco di Narni, e hanno ragione gli altri sindaci che contestano questa decisone in nome dell’universalità del servizio da salvaguardare. Un taglio del genere significa l’isolamento di interi territori, che peraltro sono esclusi anche dalle tratte ferroviarie. Incide in particolare sulle aree di disagio che non a caso sono definite come aree interne. Dal dossier di Busitalia si evince che un terzo delle corse extra urbane dei bus trasportano meno di cinque passeggeri per linea. Su 1471 tratte monitorate negli ultimi tre mesi, 415 risultano sotto il tetto di cinque utenti. Sono dati pesanti, e non ci può essere un rifiuto a ragionare, ma il problema non si risolve con la pura riduzione delle tratte, né il metodo può esser quello dirigistico della Giunta Tesei. Si tratta del coraggio di pensare un nuovo modello di sviluppo e di impostare nuove relazioni istituzionali. Si tratta di individuare un percorso, rapido si, ma anche rispettoso dei diversi livelli istituzionali e del ruolo dei territori nell’elaborazione delle soluzioni, al termine del quale emerga una visione complessiva del modello di mobilità e quindi di regione su cui attestarsi con la responsabilità che la situazione richiede. 
Chiediamo di sospendere questa procedura e di passare ad altro metodo e ad altra strategia che tenga conto della sostenibilità complessiva dei provvedimenti”.

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