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“Papigno il paese senz’acqua fluviale. L’ultimo incendio spento dagli abitanti con secchiate d’acqua potabile gettate dai residenti”

L’intervento di Maria Cristina Garofalo dell’associazione PapignoPesche: “Il borgo sorge all’incrocio di due fiumi che attivano centrali idroelettriche, a due passi dalla Cascata ma non riceve acqua fluviale neppure per la sicurezza pubblica”

“È paradossale, ma nella parte del borgo di Papigno - soprattutto ma non solo - le fontanelle e i fontanili di acqua fluviale sono cronicamente asciutti”. La presidente dell’associazione PapignoPesche Maria Cristina Garofalo denuncia la situazione che si sta vivendo all’interno della frazione. Secondo la stessa presidente “non esistono neppure bocchette antincendio e prese che garantiscono flussi d’acqua ingenti e continuativi in caso di emergenza. Non sottovalutando il fatto che eventuali autopompe dei vigili del fuoco, stante la viabilità tipica di un antico centro medievale, non posso accedere al cosiddetto Cuppolone. Alcuni abitanti raccontano che l’ultima volta che si è sviluppato un incendio il quale partiva dalle sterpaglie delle “Sippurdure” è stato spento dalle secchiate d’acqua potabile, gettate dai residenti dalle finestre”.

“Senza parlare – aggiunge - del fatto che ciclicamente e ricorsivamente si otturano le tubature di quella fluviale le quali risalgono in paese, in mancanza di manutenzione del filtro posto all’interno dell’ex stabilimento ora sotto la giurisdizione di Cinecittà, rendendo impossibile innaffiare orti e giardini”. Problematiche e segnalazioni che perdurano da circa dieci anni. A tal proposito l’associazione PapignoPesche svolge un’attività di volontariato, volta alla rigenerazione ambientale dei terrazzamenti.

“Da almeno una quindicina di giorni che siamo tornati alla carica, sopravvivendo la problematica della siccità fluviale per il fontanile di via Pisacane, la fontanella di piazza Amendola, quella di via Cavallotti e relative derivazioni orticole, abbiamo scritto a tutti gli enti preposti” osserva la presidente. “Abbiamo inviato delle pec in primis all’assessore ai lavori pubblici, decoro urbano, tutela del territorio, ambiente, senza ottenere alcuna risposta, se non un laconico e liquidatorio invito agli uffici preposti di ‘verificare quanto di nostra competenza”. La pec è stata inviata anche al prefetto.

Tuttavia, secondo Maria Cristina Garofalo, “l’assessore più volte sollecitato tramite la sua segreteria ad un incontro almeno telefonico di approfondimento, ha ritenuto non dare seguito a nulla e non accordarci alcuna attenzione”. Infine la presidente conclude il suo intervento con un auspicio: “Attendiamo fiduciosi, positivi e collaborativi come sempre, caparbiamente, ostinatamente e determinatamente convinti di andare fino in fondo alla questione in tutte le sedi amministrative e giuridiche di competenza e con tutti i mezzi previsti dal diritto”.

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