Va in ospedale col bus ma non c’è il ritorno, l’orario alla fermata era vecchio di due anni
Terni, il racconto del pensionato: “Ho aspettato più di un’ora poi ho chiamato il servizio clienti. Alla fine? Per tornare a casa ho dovuto prendere un taxi”
Il racconto di Paolo (nome di fantasia) è dettagliatissimo. Orari, circostanze, parole. “E poi, ho anche le foto, guardi?”. In quelle foto il “tranello” in cui questo pensionato ternano di 75 anni è caduto negli ultimi giorni.
“Vado in ospedale per degli esami, di solito mi accompagna mio figlio. Ma è risultato positivo al Covid e per due giorni non è potuto venire con me”. Paolo abita in zona stadio e decide di andare al Santa Maria con il pullman. Arriva alla fermata di via Italo Ciaurro e consulta la tabella degli orari. Linea H. Fanno al caso suo e quindi si mette ad attendere. Arriva la navetta e lo porta in ospedale.
Paolo fa tutti i suoi esami (tutto bene? “Tutto bene”) e poi va alla fermata della portineria per riprendere la Linea H che, come da orario (e confermato dalla tabella presente alla fermata) faceva servizio anche di pomeriggio. Sono le 14.27. “Possibile che sia già passata”, pensa. E aspetta.
Un’ora dopo, la navetta non si vede. Attende ancora un po’ e poi chiama il servizio clienti. E scopre che gli orari non sono più quelli e che la Linea H smette di girare alle 14. Quindi, niente. Paolo chiede, fa presente la sua situazione. L’operatore risponde semplicemente che “gli orari nuovi sono sul sito”.
A questo punto, prima di chiamare il taxi che l’avrebbe riportato a casa, Paolo dà un’ultima occhiata agli orari. Perché lì sopra c’era scritto chiaramente che la navetta sarebbe passata. Controllando, scopre di aver ricordato bene: gli orari sono corretti. Ma sono “scaduti”. Erano validi dall’11 settembre del 2019 al 9 luglio del 2020. “Scaduti” due anni fa. Sia nella tabella alla portineria dell’ospedale – forse una delle fermate più frequentate del trasporto pubblico a Terni – sia per via Ciaurro, ossia la fermata nei pressi di casa di Paolo.
Facendo un giro in città, si può facilmente verificare che molte tabelle orarie sono state sostituite con le nuove, in vigore dal maggio 2020. In queste si dice che l’orario – della fermata e del servizio pubblico – è disponibile inquadrando un codice Qr o digitando un indirizzo internet.
Ora, se Paolo avesse incontrato sulla sua strada una di queste tabelle, vista la sua accuratezza nell’affrontare i fatti, probabilmente non avrebbe avuto alcun problema ad utilizzare quei servizi e organizzare i suoi spostamenti senza la “beffa” del conto del taxi (che ha preso per due volte). Ma non le ha incontrate. E già questo non è un bel segnale.
Inoltre, non tutti sono Paolo. L’utenza media del trasporto pubblico – soprattutto a scuole chiuse – è rappresentata nella maggior parte dei casi da donne e anziani, che magari non riescono ad acquisire dimestichezza con la tecnologia e quindi restano tagliati fuori o fortemente penalizzati dal servizio.
Quando non vengono tratti in inganno da un orario vecchio di due anni.