Meno rifiuti e più differenziata. Ma intanto la bolletta delle famiglie di Terni continua ad aumentare

Un milione di euro in più, ossia una decina – in media – per ogni ternano. Perché il problema non è soltanto che il costo complessivo della bolletta per la raccolta dei rifiuti a Terni è cresciuto. Ma anche che, nel frattempo, la popolazione è pure diminuita. Un doppio peso sulle tasche degli utenti-contribuenti, con i risultati che sono sotto gli occhi – e nel portafogli – di tutti.

I dati essenziali sono contenuti nella relazione di fine mandato redatta dal sindaco di Terni, Leonardo Latini, che nel documento affronta una serie di questioni, tra cui anche quella del costo del servizio di raccolta dei rifiuti in città.

Secondo i dati raccolti nel dossier, l’evoluzione della raccolta di rifiuti è stata questa: dalle 53.206 tonnellate raccolte nel 2018 si è passati alle 50.119 del 2019, passando per le 46.844 del 2020 fino alle 48.591 del 2021 per arrivare alle 46.823 del 2022. La quantità complessiva di immondizia prodotta dai ternani è dunque diminuita: di fatto, nel 2022 ogni cittadino ha prodotto poco più di 431 chili di rifiuti, ossia 22 in meno rispetto al 2018, quando erano 453.

Parallelamente, la raccolta differenziata è passata dal 74.3% al 76.8% del 2022, con un incremento del 2,5%.

Il problema però è che anche la bolletta dei rifiuti è cresciuta, passando da circa 20,9 milioni di euro del 2018 ai 21.926.699 euro del 2022. Ossia, un milione di euro in più.

Spalmato sulla popolazione complessiva, questo significa che il costo per abitante nel 2018, quando i residenti erano 110.554, era di 189,61 euro poi diventati 201,85 euro per abitante nel 2022 in funzione del fatto che il numero dei residenti è sceso a 108.630.

Secondo le rilevazioni dell'osservatorio rifiuti di Cittadinanzattiva, la bolletta media a famiglia è stata di 344 euro, con una variazione del 3,3% rispetto al 2022 quando la bolletta media era stata di 333 euro.