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Caro rifiuti a Terni, arrivano gli accertamenti e scoppia il caso dei metri quadri “gonfiati”

La denuncia di Europa Verde, Altro Vento Umbria e Senso civico: aumentate le superfici catastali degli immobili, accanimento nei confronti degli utenti

“Il cambio non è solo nel nome, da Tari a Taric: ci si accanisce ulteriormente sugli utenti calcolando la superficie degli immobili al lordo dei muri e pareti, come se anche questi producessero immondizia”.

A dirlo sono in una nota Europa Verde, Altro Vento Umbria e Senso civico che nella giornata di domani, lunedì 11 aprile, attraverso il suo consigliere comunale Alessandro Gentiletti, presenterà alla terza commissione consiliare di Palazzo Spada un’interrogazione sul tema del caro rifiuti a Terni.

“Dopo i frequenti e ripetuti incendi dei rifiuti, tre negli ultimi due anni – scrivono Ev, Altro Vento e Gentiletti - sono arrivati a Terni e Narni ingiustificati aumenti della Tari ora Taric, tassa sui rifiuti urbani, alla quale è sottoposto il cittadino, i condomini, le società, nonostante la raccolta differenziata, intorno al 73%, dovrebbe andare a ridurre la tassa per la raccolta e gestione dei rifiuti, come infatti avviene in Comuni virtuosi”.

In città però così non è tanto che i tre soggetti parlano di danno oltre la beffa: “Anziché ridurre la Tari, l’accanimento da parte del Comune di Terni ha portato ad aumentarla. Da qualche tempo infatti, stanno arrivando a cittadini e categorie, accertamenti e aumenti”.

Accertamenti che, secondo la denuncia, andrebbero anni indietro, “inserendo a sproposito l’accertamento fino al sesto anno, oltre la prescrizione di legge che prevede invece l’accertamento dei 5 anni di imposta dall’anno di notifica, trasformandola in Taric”.

Ma c’è di più. “Nella norma, gli accertamenti rettificano la superficie degli immobili accatastati, dichiarata in fase di Docfa costituita da quella calpestabile, aumentandola all’80% e risultante dal dato ufficiale emergente dalla visura catastale derivante dalla denuncia catastale, accertata e accettata dalla stessa Agenzia del territorio”.

Negli accertamenti che stanno invece arrivando nelle case degli utenti ternani non ci sarebbe “accontentati” dell’80% della superficie totale calpestabile, “capace quindi di produrre rifiuti, risultante e  riportata nella visura catastale”. Secondo Ev, Altro Vento e Gentiletti, “ci si accanisce ulteriormente sul calcolo della superficie, usufruendo della planimetria (piantina) catastale dell’immobile, dato sensibile sottoposto a privacy, acquisita con un non bene identificato accordo di interscambio tra l’Agenzia delle entrate ed il Comune, andando a calcolarla al lordo dei muri e pareti, come se anche questi producessero immondizia”.

Di questo si parlerà dunque domani in terza commissione (finanze, tributi e patrimonio) sulla base dell’interrogazione promossa da Gentiletti.

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