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Campeggio di Marmore, giorni contati. Parlano i gestori: noi vogliamo solo continuare a lavorare

Il primo settembre scade “l’ultimatum” del Comune di Terni per la riconsegna delle chiavi. “Fino ad ora abbiamo accolto circa seimila turisti. Questa struttura è un’eccellenza del territorio”

La prima lettera partita da Palazzo Spada e finita nella cassetta della posta del Campeggio delle Marmore indicava come ultimatum la data del 26 giugno. Alla richiesta di spiegazioni, qualcuno rispose: “Prima o poi doveva succedere: meglio chiudere quest’anno, tanto non verrà nessuno”. Mai previsione fu più sbagliata. Perché ad oggi, tra giugno ed agosto, poco meno di seimila turisti hanno scelto come luogo di villeggiatura questo fazzoletto di verde abbracciato alla cascata. Ed è così da ventisette anni. Significano almeno 135mila turisti. “Siamo un’eccellenza del territorio”.

Un’eccellenza coi giorni contati. Perché l’emergenza Covid non ha scoraggiato i turisti e nemmeno i propositi dell’amministrazione, spostando solo in avanti la lancetta del timer. E martedì primo settembre 2020 la storia di questa struttura, e della famiglia che l’ha vista crescere, dovrebbe finire. Salvo proroghe, miracoli, qualche carta bollata che si possa mettere di traverso, così come potrebbero fare alcuni dei turisti che, venuti a conoscenza dei fatti, si sono detti pronti a fare da “scudo” agli emissari di Palazzo Spada.

La vicenda è nota alle cronache da qualche settimana e la sintesi è questa: il nuovo piano regolatore di Terni ha modificato la destinazione urbanistica dell’area dove sorge il camping. Quello spazio deve ospitare un’area verde. Per il campeggio è stata individuata un’area distante qualche decina di metri. La decisione viene da lontano, l’attuale giunta – critica sulla maggior parte degli atti amministrativi adottati dai predecessori – si limita a dare esecuzione al mandato. E dunque si arriva all’esito: il campeggio va chiuso. O, al massimo, trasferito.

Il Camping delle Marmore si estende su una superficie di oltre diecimila metri quadrati. Di questi, soltanto duemila sono di proprietà dell’amministrazione ternana. Gli altri appartengono ad Ast. Mentre gli immobili (uffici, bar, market, servizi igienici) sono della Regione Umbria. I gestori dell’attività versano nelle casse di Palazzo Spada un canone annuo di diecimila euro. “Se consideriamo la bolletta dei rifiuti, la tassa di soggiorno e le altre imposte dirette e indirette, per il Comune si tratta di un incasso di trenta o quarantamila euro ogni anno”. Senza che l’ente debba sostenere spese o investimenti.

E poi c’è da considerare l’impatto occupazionale. Oltre alla famiglia di gestori, attorno al camping ruota un discreto indotto: pulizie, fornitori, servizi. Una cinquantina di persone. L’ultimatum, seppure in parte, vale anche per loro.

camping Marmore (8)-3La soluzione proposta è quella di spostare il campeggio nell’area individuata dal nuovo Prg. Si tratta di una vecchia vigna abbandonata e del pezzo di un giardino di una casa privata. In tutto fanno 4.700 metri quadrati. La parte della vigna sembra sia stata rilevata da un importante gruppo imprenditoriale locale poco prima delle modifiche urbanistiche. Il prezzo di acquisto è stato di qualche migliaio di euro. Oggi sembra sia sul mercato a 800mila euro. “Non c’è un briciolo d’ombra, è un posto pieno di insetti. E poi è troppo piccolo per ospitare una struttura del genere”.

Dalla comunicazione relativa alla riconsegna delle chiavi, “del Comune non si è visto nessuno”, dicono i gestori. “Se il sindaco venisse, si renderebbe conto di come stanno le cose. Noi non vogliamo la guerra, chiediamo soltanto la possibilità di ragionare su una possibile soluzione. Vorremmo sederci ad un tavolo e discutere. E non vogliamo per forza essere noi a gestire questa struttura. Si faccia un bando, poi se perderemo siamo pronti a lasciare. Ma non vogliamo vederla morire”.

  

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