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Giovedì, 28 Settembre 2023
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Bandecchi e Terni, dalla cittadinanza onoraria allo “sdegno”: storia di un amore spezzato

Il riconoscimento per “l’impegno sportivo e sociale” e la condanna dopo i fatti del consiglio comunale. In mezzo, gli “sputi” al Liberati, la critica e la vittoria alle elezioni

“Un rilievo a una persona che si è distinta per il servizio per la città. La partecipazione corale dimostra che c’è una apprezzamento condiviso per l’operato del presidente della Ternana, per il suo impegno sportivo e sociale in questo periodo di pandemia. La vicinanza, il ruolo di Terni col Cuore, in questa fase drammatica che ha toccato gli aspetti economici e sociali di tante famiglie è stata tangibile”.

E pensare che era solo poco più di un anno fa: 23 giugno 2022. In quella data veniva conferita la cittadinanza onoraria di Terni a Stefano Bandecchi, così come deciso all’unanimità, il precedente aprile, dal consiglio comunale della città dell’acciaio.

Sarà che di cose poi ne sono successe diverse, ma insomma: a leggerle oggi, quelle parole pronunciate durante la cerimonia dall’allora sindaco Leonardo Latini, sembrano arrivare da un’altra epoca.

Quella che sembrava una storia d’amore, oggi appare come una relazione lacerata. Non è per niente amore e non è forse neanche sesso… cantava Vasco Rossi. Ma siamo sicuri che sia davvero così?

Le tessere del mosaico le mettiamo assieme con lo sguardo all’indietro. Della cittadinanza onoraria abbiamo detto. Bandecchi la riceve a 61 anni per il suo “impegno sportivo e sociale”. Fondatore dell'Università telematica Niccolò Cusano, di cui è stato presidente del consiglio di amministrazione fino al 18 giugno 2023, arriva a Terni come patron della società rossoverde nel 2017. Presentandosi a tifosi, città e stampa, Bandecchi promette la “serie A in due anni”. In realtà, la Ternana scende in C nel 2018 per poi riconquistare la serie cadetta al termine del campionato 2020-2021.

Fino all’autunno 2022, sembra che l’idillio fra Terni e il presidente sia inscalfibile. Qualche lampo all’orizzonte si comincia a intravvedere nel momento in cui la Ternana presenta il progetto per la realizzazione di un nuovo stadio cittadino e – soprattutto – di una clinica privata che possa consentire di tenere in piedi i conti. Qui, gli interessi del patron-imprenditore si intrecciano con quelli della politica. E si innesca il corto circuito.

La storia è nota ai più, ma rimettere in fila i pezzi può servire non tanto a capire ma – almeno – ad intuire quello che poi sarebbe successo. Quindi: il faldone stadio-clinica passa le forche caudine del consiglio comunale di Terni, non senza tribolazioni, e arriva all’attenzione di Palazzo Donini. I funzionari regionali “bocciano” il piano. Ecco, il gran rifiuto sembra essere l’elemento detonante. Perché sul finire dell’anno, Bandecchi annuncia la sua candidatura a sindaco di Terni.

Siamo all’hotel Garden, fuori piove. L’exploit del presidente suscita clamore e interesse. La politica guarda con sospetto la mossa, tanto che qualcuno arriva ad ipotizzare che si tratti di un bluff e che quelle parole non arriveranno alla fine e la corsa di Bandecchi si interromperà molto prima delle urne.

Fra quei giorni e la campagna elettorale che entra nel vivo c’è un episodio che, visto col senno di poi, avrebbe potuto assumere i contorni dell’oracolo. È il 25 febbraio 2023. La Ternana gioca in casa con il Cittadella. Al termine del match, il presidente Bandecchi arriva allo scontro con alcuni tifosi e dalle parole si passa ai fatti. Dalla curva arrivano sputi, il presidente risponde. Scoppia il caso e le immagini fanno il giro d'Italia. “Se mi sputano, io rispondo. E se non ci fossero state le barriere, avrei anche dato loro due schiaffi”, dice impertinente il presidente in conferenza stampa.

Nel frattempo, e non solo per questo episodio, la politica che pochi mesi prima aveva steso tappeti rossi a Bandecchi, comincia a metterlo nel mirino. Anche se nessuno, almeno ufficialmente, pensa che davvero la sua avventura politica possa avere un qualche risultato.

E invece, è storia recente: Bandecchi conquista il primo turno e va al ballottaggio con il candidato del centrodestra, Orlando Masselli. Se sia il livornese diventato ternano ad avere vinto o gli avversari ad avere perso (per noi, la seconda) è questione da politologi. Fatto sta che ora Stefano Bandecchi è sindaco di Terni.

Adesso, la domanda: gli eventi dell’ultimo anno e, in modo particolare, la rissa sfiorata in consiglio comunale lo scorso lunedì 28 agosto, che effetto hanno avuto sul gradimento Bandecchi? L’applausometro resta a livelli alti oppure, come dice qualcuno, la città si è indignata?

Quei fatti e quelle immagini hanno portato il nome di Terni e del suo sindaco in giro per l’Italia, facendo bella – o brutta – mostra sulle prime pagine di giornali e tv. La condanna ufficiale appare unanime, i social rimbrottano il “sindaco picchiatore”, il sentimento comune è che il primo cittadino abbia, ancora una volta, passato il limite.

Mettiamo un punto: un gesto come quello visto in consiglio comunale è deprecabile. Non perché non se ne siano mai visti di simili. E nemmeno perché – come aizzano i sostenitori del sindaco – la politica fino ad oggi abbia impoverito il Paese e dunque, a chi invece predica e lavora per giustizia ed equità sociale, si può anche perdonare qualche intemperanza. No, una cosa del genere è imperdonabile.

Il problema è però capire quale potrebbe essere il sentore “popolare” rispetto ad un gesto tanto estremo. Se, insomma, la città è ancora quella che – attraverso i suoi rappresentanti istituzionali – un anno fa si schierò unanime per la cittadinanza a Bandecchi oppure quella che vede oggi i suoi rappresentanti istituzionali, all’unanimità, condannare l’ex patron rossoverde. Se Bandecchi così “fidelizza” i suoi elettori e ne catalizza altri oppure se sta – più o meno lentamente – scavando un solco tra lui, i suoi “fedeli” e il resto della città.

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