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Capodanno all'Ast, Terni Valley: "Un investimento di 650mila euro senza una visione strategica"

La nota critica dell'associazione Terni Valley sull'iniziativa concordata fra la Rai, regione Umbria, comune di Terni e Carit: "Criticità e delle contraddizioni".

Riceviamo e pubblichiamo una nota dell'associazione Terni Valley sul capodanno in Ast, elaborata dai rispettivi gruppi di lavoro e dal direttivo, dopo aver esaminato la bozza di accordo allegata alla delibera di ieri della giunta comunale.

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"È notizia di ieri l’approvazione da parte della giunta comunale della variazione di bilancio 150.000 euro prevista dalla convenzione stipulata tra RAI Com e Regione Umbria per la realizzazione della trasmissione “L’anno che verrà” nelle notti di Capodanno 2020 e 2021, rispettivamente a Terni e Perugia.

Si tratta del tradizionale evento di punta della tv pubblica per la notte di San Silvestro, che accompagna l’arrivo del nuovo anno tra musica, spettacolo e ospiti celebri, in diretta dal palco di una città italiana.

I costi e la logistica dell'iniziativa

L'accordo di convenzione, allegato alla delibera, prevede un impegno finanziario di un milione di euro da parte di Palazzo Donini, a cui si aggiunge un cofinanziamento da parte del comune ospitante. Da qui, la necessità per il Comune di Terni di intervenire con la già citata variazione di bilancio, coperta grazie ad un finanziamento concesso dalla Fondazione Carit.

La cifra in carico al nostro Comune sarà necessaria alla copertura di spese di logistica, allestimento, ospitalità e bollini Siae per l'eventuale riproduzione e duplicazione della trasmissione. 

Nello specifico la produzione Rai chiede: 8 giorni di trasporti con 2 pullman, 3 van e 3 macchine, 1000 posti letto in trattamento BB, servizio medico, piano di sicurezza, piano antincendio con presenza dei VVFF, reperimento del pubblico per la serata dell'evento.

Carenza di visione strategica

L’edizione 2019 de “L’anno che verrà”, andata in onda in diretta da Potenza con la conduzione di Amadeus, ha registrato 4,772 milioni di spettatori, un dato in diminuzione rispetto agli oltre 5 milioni e mezzo di spettatori registrati nel 2018. Non avendo ulteriori dati in merito, è difficile analizzare tali numeri nello specifico, ma si può ipotizzare che si tratti di un pubblico eterogeneo costituito prevalentemente da famiglie e persone di età più avanzata.

L'iniziativa è, di per sé, sicuramente positiva e rappresenta una buona vetrina per la nostra regione e per la nostra città, ma presenta delle criticità e delle contraddizioni, soprattutto metodologiche, che non possiamo non rilevare.
Come esplicitamente dichiarato nelle finalità della convenzione, la regione ed il comune hanno tra i fini istituzionali la promozione e la valorizzazione del territorio, pertanto l'iniziativa persegue tali obiettivi.

In più di una occasione abbiamo avuto modo di esprimerci sulle politiche locali di organizzazione di eventi e promozione turistica, lamentando spesso la carenza di una visione strategica e di pianificazione. In questo come in altri ambiti, è cruciale che un amministratore sappia guidare le proprie scelte seguendo protocolli stringenti di analisi della situazione, dei fabbisogni, delle opportunità, delle possibilità e della fattibilità.

Il giudizio non positivo

Alla luce di queste considerazioni, quindi, fatichiamo a giudicare positivamente un investimento in pubblicità territoriale così importante (si tratta complessivamente di circa 650.000 euro) per un'iniziativa il cui ritorno (Roi) finirà per essere certamente inferiore rispetto a tante altre, più capillari, specifiche e coerenti con la vocazione del territorio.

Spieghiamoci meglio: l'Umbria (in particolar modo quella meridionale, con Terni come capofila) sta tentando faticosamente di costruirsi un'immagine turistica basata principalmente sulle attività outdoor, la spiritualità, l'archeologia industriale ed il cosiddetto turismo slow. Pur trattandosi di un obiettivo che non si può dire raggiunto, rappresenta pur sempre un percorso preciso che si concentra su segmenti di mercato molto ben definiti.

Come tali, questi seguono forme di comunicazione che necessitano di contenuti specifici e mirati, ben lontani da uno spot generale sulle bellezze del territorio, che appare inevitabile nel momento in cui si sceglie di parlare in televisione ad un pubblico così vasto ed eterogeneo.

Altra questione, non me no importante, è poi quella del tempismo. Organizzare, infatti, un evento così dispendioso in questo periodo storico, dove la stessa mobilità delle persone viene limitata, pregiudica inevitabilmente il ritorno economico dell’iniziativa sul territorio, che non potrà beneficiare di alcun traino immediato. Il prossimo anno, invece, quando ci auspichiamo di aver lasciato alle spalle i momenti più critici di questa pandemia, l'evento si svolgerà a Perugia.

Lungi da noi farne un discorso campanilistico, tuttavia non celiamo il rammarico nel constatare che, anche in questa occasione, i nostri amministratori abbiano finito per giocare al ribasso la parte del “purché si faccia qualcosa”, invece di valorizzare e declinare in maniera specifica gli investimenti messi in campo dalla Regione.

Nonostante questa scarsa linearità tra la definizione di obiettivi strategici e le risorse impiegate per il loro raggiungimento, auspichiamo a questo punto la miglior resa possibile dell’iniziativa, nella quale le migliori realtà ed energie della città possano emergere e regalare un momento di serenità al Paese, al termine di un anno così duro".

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