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La riflessione

Capodanno Rai tra storia, identità e tradizioni: “Una vetrina per tutta la città osservata da oltre sei milioni di italiani”

Una serata da ricordare per tutto il territorio. Tantissime emozioni vissute nel corso della trasmissione condotta egregiamente da Amadeus

Storia, identità, tradizioni. Oltre 6 milioni e mezzo di italiani incollati alla tv per il Capodanno Rai. Ci sarebbero tutti gli ingredienti per essere orgogliosi de L’anno che verrà andato in onda a cavallo tra il 31 dicembre e 1 gennaio. Eppure pare non esserci uniformità di giudizio. O almeno, da quanto si legge sui social, anche sulla nostra pagina facebook. Sembra paradossale ma è così. Pertanto la riflessione va fatta. A Terni l’ultimo grande evento organizzato, seppur non televisivo, risale al lontano 2005 quando Vasco Rossi salì sul palco del Libero Liberati. Dovremmo andare ancora a ritroso nel tempo per pescare qualche iniziativa televisiva. Nello specifico Piacere Rai Uno o le puntate di Fiorello ed il suo karaoke in piazza. Anni novanta ossia una eternità. Una mostruosa eternità. A volte i grandi eventi poi vengono abbinati alle iniziative sportive: l’ultima gara della nazionale di calcio risale al 24 gennaio 1996. Una eternità. Una mostruosa eternità.

Basterebbe ricordare tutto ciò per essere concordi. Il Capodanno Rai è stata una boccata d’ossigeno per il territorio. Ha mostrato luoghi e bellezze, svelato storie ed aneddoti, grazie ad una splendida Emanuela Aureli, raccontato retroscena come l’impeccabile Amadeus ha fatto evocando il grande Sergio Endrigo. E lo stesso conduttore si è cimentato in un ‘Forza Ternana’ che sicuramente ci ha resi ulteriormente orgogliosi. Ma tutto ciò non è bastato. Tutto è criticabile, tutto è migliorabile, tutto è perfettibile. Occorre però riconoscere come questo evento abbia dato lustro e notevole visibilità ad una città troppo spesso dimenticata e troppo poco valorizzata. Oltre 6 milioni e mezzo di italiani in media hanno potuto osservare Terni ed il suo circondario.

Un dato sul quale riflettere anche e soprattutto in ottica di conversione, a livello di turismo che poi genera notoriamente benefici, a livello di indotto, per tutta la città. Tali eventi non hanno colore politico, non hanno casacca partitica. Hanno una valenza così importante che è anche difficile quantificare. Non c’è solo la trasmissione in sé. Pensiamo ad esempio a tutte le storie, i video, le foto pubblicate dagli ospiti sui loro canali social, dove detengono centinaia di migliaia di follower. Una gigantesca macchina pubblicitaria sulla quale la città si è seduta. Pertanto c’è da poco da dire. Il format può piacere o meno, così come scelta degli ospiti, location utilizzata, durata. Non si può mettere in dubbio che la vetrina di Terni (e dintorni, come piace dire a noi ternani) è stata osservata e speriamo apprezzata da milioni di telespettatori.

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