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Cassa Integrazione all'Ast, i sindacati: “Chiarire gli obiettivi produttivi e rispettare l'accordo ministeriale”

La Fiom Cgil chiede l'avvio di un confronto per un chiarimento rispetto alle difficoltà e per verificare che non si tratti di criticità strutturali

La comunicazione è arrivata telefonicamente direttamente dall'ad Burelli: per far fronte alle difficoltà sugli ordinativi futuri, sono in programma scarichi produttivi e stop agli impianti, da qui la decisione di far scattare la cassa integrazione.

La risposta della Fiom Cgil non si è fatta attendere: “Questa situazione – si legge in una nota -, che non rispetta quanto preventivato prima della fermata estiva, è riconducibile, secondo lo stesso amministratore di Ast, alle difficoltà di mercato globali, anche legate alle politiche sui dazi, che da tempo stanno rendendo il portafoglio ordini di Ast volatile e instabile. L’azienda, a fronte di questa situazione, intende anticipare tutti gli ordinativi di ottobre sul mese di settembre e contestualmente aprire una Cassa integrazione guadagni da ottobre 2019 per gestire le difficoltà.

"Bilancio non positivo come in passato"

A nostro avviso la scelta di anticipare tutti gli ordinativi, attraverso la saturazione impiantistica con relativa piena produzione, ha come obiettivo quello di contenere e mitigare il più possibile un bilancio economico purtroppo non positivo come negli anni passati.
Rispetto allo scarico di ordinativi invece pensiamo che oltre agli aspetti legati alla crisi di mercato, ai prezzi, ai dazi e alle difficoltà globali, ci sia anche una parte di responsabilità del management di ThyssenKrupp e di Ast.
Come più volte evidenziato in questi anni, siamo stati di fronte ad un gruppo dirigente che spesso ha curato l’immagine aziendale, rappresentando una situazione spesso non rispondente alla realtà e non sempre affrontando in modo serio le problematiche legate agli aspetti industriali, di mercato, commerciali, produttivi, impiantistici, degli appalti e dell’organizzazione del lavoro.
È preoccupante come, a fronte di dati forniti da esperti di settore, che indicano un aumento dei consumi di acciaio inox nel mondo mediamente del 6%, ma anche rispetto alle strategie commerciali e di mercato messe in campo dai competitor europei, Ast, con il potenziale che può esprimere, “galleggi” in attesa che “passi la nottata”.
Comprendendo le difficoltà anche legate alla situazione confusionaria in cui versa ThyssenKrupp, riteniamo che tutto ciò non possa sempre ricadere sui lavoratori, che come al solito sono chiamati a sacrifici per colpe certamente non loro.
Come Fiom – conclude la nota - crediamo che l’annunciata cassa integrazione dovrà essere accompagnata da una discussione per chiarire gli obiettivi dei volumi per l’anno 2019/2020. Ciò è necessario perché, qualora le difficoltà non fossero contingenti e temporanee, ma al contrario fossimo di fronte ad un problema strutturale, potrebbero allora venire meno anche gli impegni che Ast ha sottoscritto al Ministero nel recente accordo".

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