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La storia di Terni, ex Siri: “Lavorare a un progetto di un centro documentale per non dispenderne la memoria”

Il capogruppo di Terni Civica Michele Rossi ha depositato e presentato un atto di indirizzo sull’ex stabilimento industriale Siri ovvero la Società italiana ricerche industriali

“La storia della Società italiana ricerche industriali e delle persone che vi hanno lavorato, per l’innovazione industriale, non merita di scomparire”. L’input del capogruppo di Terni Civica Michele Rossi è chiaro: conservare la memoria storica della città, per poterla tramandare anche alle generazioni future. In tal senso il consigliere ha presentato un atto di indirizzo, rivolto a sindaco e giunta, con il quale chiede di: “Lavorare a un progetto di un centro documentale sull’ex Siri, il quale possa trovare sede in alcuni locali della ristrutturata Casa del custode”.

Il capogruppo, all’interno del documento, ripercorre brevemente i tratti salienti della storia industriale della fabbrica: “Nel 1926 venne messo in moto il primo impianto sperimentale per la produzione di ammoniaca sintetica. Tre anni realizzata la sintesi industriale del metanolo, comunemente chiamato alcool etilico, da ossido di carbonio e idrogeno. Il prodotto trovò subito largo impiego come carburante e componente per la preparazione della formaldeide, impiegata per la preparazione di materie plastiche e di esplosivi come la pentrite. Durante il periodo autarchico - nello stabilimento di Terni - avvenne la singolare sperimentazione di un’automobile alimentata ad ammoniaca”. Ed ancora: “La fabbrica si sviluppò dal 1938 quando il volume di affari ebbe un notevole aumento e così la Siri poté permettersi l’assunzione di numerose e consistenti commesse”.

Un ulteriore passaggio significativo: “Nel 1955 l’Anic ovvero l’Azienda nazionale idrogenazione combustibili commissionò un grande impianto per la produzione di ammoniaca sintetica che, composto di tre grandi unità, entrò in funzione all’inizio del 1957. Le difficoltà più serie iniziarono però dal 1965 a seguito di una forte concorrenza sul mercato. Ancor più grave, già nel 1970, s’insidiò l’obsolescenza del prodotto stesso, dovuta ai mutati orientamenti tecnici di progettazione e realizzazione degli impianti. Dalle difficoltà ulteriori emerse nel 1982 fino ai primi mesi del 1985 quando l’azienda si trovò nel mezzo di una vera e propria crisi di liquidità. L’istanza di fallimento venne accolta con sentenza il 13 giugno 1985”.

Tornando ai giorni nostri il consigliere afferma che: “Esistono in città studiosi e appassionati della storia di questa fabbrica. Gli stessi possiedono una gran quantità di foto e materiale documentale, il quale rischia di andare perduto e che invece andrebbe opportunamente raccolto, per poi essere conservato ed esposto alla città ed ai visitatori”. Poiché è prossima: “La ristrutturazione dell’ex Casa del custode che si affaccia su Via Luigi Campo Fregoso, all’ingresso del polo museale. In parte di questi locali (la cui destinazione sembrerebbe essere quella di residenze artistiche) potrebbe trovare posto un centro di documentazione sulla storia del luogo e della fabbrica, capace di raccontare ai visitatori la storia di quegli spazi che prima erano fabbrica”. Pertanto il capogruppo ha presentato tale atto rivolgendosi a sindaco e giunta con l’intento di lavorare a tale progetto.

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