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Martedì, 23 Aprile 2024
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Coldiretti lancia l’allarme: “Con il ritorno del freddo a rischio la vita delle api”

Le temperature di febbraio, decisamente sopra la media, hanno portato gli insetti ad anticipare la loro attività. In caso di gelo sarebbero a rischio

Il clima impazzito rischia di causare seri danni alle api umbre. Sul territorio sono oltre 40mila gli alveari presenti e, in caso di gelo, una parte della popolazione apistica rischierebbe di morire.
A lanciare l’allarme è la Coldiretti che evidenzia come le api abbiano già avviato la loro attività, uscendo precocemente dagli alveari in risposta alle temperature decisamente più alte rispetto alla media stagionale. Oltre un grado e mezzo che ha portato gli insetti a cercare i primi fiori. Ma se le previsioni meteo rimarranno tali, con un preannunciato ritorno alle basse temperature, il rischio è che queste ultime possano far gelare i primi fiori e anche far morire parte di queste api. Il dato è riportato dalla Coldiretti analizzando l’anagrafe nazionale zootecnica, in riferimento agli effetti di un inverno con una temperatura che fino ad ora è stata in Italia superiore di 1,65 gradi la media storica secondo le elaborazioni su dati Isac Cnr relativi ai mesi di dicembre e gennaio.

“Con le ripetute giornate di sole anche a febbraio, le api hanno iniziato a lavorare prima del previsto – afferma l’apicoltore Luca Galli - Un “ritorno” tardivo del freddo causerebbe dei problemi, che si sommerebbero a quelli della scorsa annata, una delle peggiori per la produzione di miele. Le api nelle ultime settimane hanno cominciato a uscire più facilmente dagli alveari. Il sole e le temperature più alte della media - aggiunge Luca Galli - hanno anticipato l’attività degli insetti, ma il rischio è che ora freddo e gelate, oltre al blocco dello sviluppo delle “famiglie”, possano danneggiare i fiori con conseguenze negative sulle api stesse che non avrebbero di che nutrirsi. In Umbria tra l’altro, possiamo contare su varie tipologie di ottima qualità, dal millefiori a quelli di castagno e di acacia, solo per citarne alcune, con il miele prodotto sul territorio nazionale riconoscibile attraverso l’etichettatura di origine obbligatoria”.

Sconvolti i normali cicli naturali

L’andamento anomalo di questo inverno conferma dunque - continua Coldiretti - i cambiamenti climatici in atto che si manifestano con la più elevata frequenza di eventi estremi e sfasamenti stagionali che sconvolgono i normali cicli colturali ed impattano sul calendario di raccolta e sulle disponibilità dei prodotti che i consumatori mettono nel carrello della spesa. L’agricoltura - conclude Coldiretti - è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici con sfasamenti stagionali ed eventi estremi che hanno causato una perdita in Italia di oltre 14 miliardi di euro nel corso del decennio tra produzione agricola nazionale, strutture e infrastrutture rurali.

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