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Giovane videomaker ternano: “La collaborazione con Elodie una bellissima esperienza. Professionista gentile e simpatica”

Il racconto di Filippo Giovannini: “Dall’estate dello scorso anno è iniziata una nuova vita per me nel settore del videomaking”. La decisione di trasferirsi a Milano e gli scenari futuri

Una passione divenuta professione, tra le più spendibili ed attuali del mercato del lavoro, quantomeno nel settentrione. La figura del videomaker infatti si colloca all’interno di un settore in piena evoluzione che racchiude la comunicazione e lo sviluppo del digitale. E su questo percorso che Filippo Giovannini si è instradato, approcciandosi al comparto circa otto anni fa.

“A seguito di una frattura alla gamba – ricorda alla nostra redazione di www.ternitoday.it – sono stato costretto a restare a letto. Pertanto, dovendo trascorrere delle ore a casa, ho iniziato ad appassionarmi al videomaking. Durante il percorso di studi, poi completato al Liceo Galilei, sono venute fuori le primissime opportunità lavorative retribuite. Poi, una volta ottenuto il diploma, sono praticamente andato all-in, trasferendomi a Milano”.

Primi approcci: “Un vero e proprio salto nel vuoto poiché non avevo alcun tipo di contatto o garanzia sulla quale appoggiarmi. Mi sono completamente buttato, concludendo poco nei primi sei mesi. Con l’arrivo dell’emergenza sanitaria poi ho deciso di tornare a Terni”. Qualcosa però si è mosso a favore di Filippo in quel lasso di tempo menzionato: “Ottenendo dei lavori sporadici e grazie ad alcuni giri, tra conoscenze e passaparola, l’attività l’ho proseguita fino a collaborare con una multinazionale che si occupa di integrazione alimentare. Un primo importante step sul quale proseguire”.

Durante l’emergenza sanitaria il giovane professionista ha continuato a perseguire il suo sogno: “Non mi sono fermato un minuto, andando poi a riaprire dei canali nel centro Italia, mantenendo i rapporti instaurati a Milano”. La svolta durante la scorsa estate: “E’ iniziata per me una nuova vita dato che si è sbloccato un po' tutto quando l’emergenza sanitaria si è acuita. Il mercato è ripartito pertanto ho colto la palla al balzo. Dopo aver contattato un’agenzia di comunicazione ho iniziato a collaborare e da qui è partita una vera e propria escalation”. Il motivo preponderante: “Tale agenzia gestisce infatti la comunicazione esterna e interna per varie aziende della grande distribuzione e un brand che detiene tanti casinò sparsi in tutta Europa. Mi sono sempre tenuto sua una frequenza lavorativa di tre giorni a settimana, proprio perché a me piace avere anche un’indipedenza nella gestione del tempo e delle attività. L’obiettivo è stato sempre quello di avere una identità marcata a livello artistico.”

Ulteriori contatti e feedback: “Grazie al passaparola ho avuto la possibilità di lavorare per una casa di produzione musicale piuttosto importante”. L’incontro con Elodie: “Conosciuta nel 2019 mentre eravamo a cena con altre persone. Abbiamo lavorato insieme per il dance video di Tribale. In questo mondo capita di trovare personaggi diffidenti che tendono a mantenere il proprio ruolo. Ho scoperto in lei una ragazza alla mano, gentile, simpatica, una persona d’oro. Sono stato convocato sul set perché ricoprivo il ruolo di editor, ed era necessario seguire il processo logico dietro la regia, a cura di Attilio Cusani. Il lavoro si compone di tante fasi ed in una di queste c’è stata l’opportunità di soffermarmi con Elodie ed il regista, sulla realizzazione della clip, andando a curare il file management ed il montaggio”.

Altre collaborazioni da ricordare: “Ho partecipato al Nameless, uno dei festival di musica elettronica più conosciuti. Nella fattispecie seguito il palco dedicato alla hip hop dove si sono esibiti artisti del calibro di Lil Pump, Central Cee, Ernia e Guè Pequeno. Questa estate parteciperò al Barrakud, una kermesse che si terrà in Croazia”. Cosa significa fare il videomaker: “Non esiste un percorso prestabilito, affermato come magari per altre professioni. Un lavoro nuovo, non sussiste didattica e non c’è storico. Personalmente ho deciso di proseguire da autodidatta e non ho mai frequentato corsi di studio. Allo stesso tempo non demonizzo il fatto di studiare per poter acquisire le competenze necessarie. Esistono videomaker più artistici ed altri maggiormente tecnici. Quest’ultima figura viene utilizzata come strumento, da parte delle aziende che cercando dei professionisti nel settore. Sussiste una grossa differenza tra fare video come strumento o fare video autoriali dove è possibile riconoscere il professionista che l’ha realizzato. Di sicuro non ci si può improvvisare ed è impossibile immaginarlo come un lavoro routinario”.

Gli scenari: “A livello di mercato, in questo momento, ci troviamo in una situazione dove è aumentata notevolmente la richiesta. Pertanto il processo di digitalizzazione è evoluto al massimo mentre la comunicazione online rappresenta uno strumento efficace per le aziende che investono molto, soprattutto nel nord Italia”. Il futuro?: “Il web 3.0 ossia tutto ciò che parla di metaverso, nft al momento un mondo ai più inesplorato. A mio avviso – conclude – avrà degli sbocchi impressionanti, anche sul fronte occupazionale”.

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