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Commercio, un po' di ossigeno nel trimestre estivo in provincia. I dati della Camera di Commercio Terni

I dati relativi alle attività produttive della provincia di Terni diffuse dalla Camera di Commercio e relativi al trimestre estivo, parlano di una timida ripresa che dovrà fare i conti con la seconda ondata di pandemia.

I dati forniti dalla Camera di Commercio di Terni, registrati nel rapporto "Movimprese", mettono in evidenza come il trimestre estivo, quello tra luglio e settembre 2020, ha fatto registrare un timido "+" per le attività produttive in tutta l'Umbria. Al 30 settembre si registra infatti un saldo positivo tra aperture e cessazioni di imprese (+256), anche se resta un dato elevato quello delle cessazioni, che anche nel trimestre considerato resta piuttosto consistente (62).

Nel complesso, rispetto alla fine di giugno, il bilancio fra le imprese nate (857) e quelle che hanno cessato l’attività (621) nel terzo trimestre dell’anno si è chiuso con un saldo attivo di 256 unità , saldo che ha portato la consistenza del sistema imprenditoriale umbro a toccare - alla fine di settembre - le 94.102 imprese registrate.

La situazione a Terni

A livello provinciale, Terni chiude il terzo trimestre con un tasso di crescita contenuto ma che resta, nonostante tutto, in terreno positivo. Tra i mesi di luglio e settembre, a fronte di 140 chiusure d’impresa ci sono state 232 aperture, con un saldo positivo di 92 nuove aziende operanti, equivalente ad un tasso di crescita dello 0,42% (+ 0,23 si registra nel capoluogo di regione). Per un totale di imprese registrate pari  a 21.903 unità.

"Un sistema imprenditoriale che cerca di resistere attraverso una covid-economy"

Secondo il Segretario Generale della Camera di Commercio di Terni, Giuliana Piandoro “questi numeri parlano di un sistema imprenditoriale che sta cercando di resistere ad un evento di gravità straordinaria; non sono numeri brillanti certamente ma, stando al saldo positivo, è possibile intravedere  una volontà di ripresa dei nostri imprenditori e in qualche modo una forma di adattamento ad una Covid-economy. 

Tuttavia occorrerà attendere la fine dell’anno (quando si verificano di norma la maggior parte delle chiusure) per vedere il reale effetto di questo sconvolgimento epocale di tutti i paradigmi, anche quelli di business”.

Il commercio segna la crescita prima della seconda ondata di pandemia

Tra i settori che contribuiscono maggiormente alla crescita delle imprese c'è ovviamente il commercio. Nonostante le difficoltà, al 30 settembre il settore presenta un saldo positivo di 30 imprese seguito dalle costruzioni (+18 unità). Resiste l’“alloggio e ristorazione” che chiude il trimestre estivo con un saldo positivo di 12 nuove imprese registrate. Un trimestre con segno negativo invece per il settore dei servizi che perde tra aperture e cessazioni, 5 unità d’impresa.

Tuttavia, i dati si riferiscono al trimestre estivo, relativo a un periodo di minor sofferenza delle attività attualmente colpite dalle restrizioni contenute nell'ultimo dpcm del governo. 

Le forme giuridiche

Quasi la metà del saldo trimestrale complessivo di +92 imprese è stato determinato dalle imprese costituite in forma di società di capitali (+ 44 unità). Stesso quadro per le ditte individuali, che tra aperture e cessazioni chiudono con 40 nuove aziende operanti al 30 settembre 2020 (le società di persone chiudono con un saldo pari a 5 unità).

A livello percentuale, rispetto allo scorso anno, le società di capitali sono cresciute dello 0,77%, dello 0,34% le ditte individuali, si fermano ad una crescita dello 0,13% le società di persone.

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