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Comune di Terni: "Basta con le solite furbizie e scorciatoie che hanno depresso la città"

Intervento dell'assessore ai lavori pubblici Enrico Melasecche sulla ricostruzione del Verdi: "Teatrino senza futuro inutile cattiveria di qualcuno che lo ha definito in modo orribile”

Si anima il dibattito politico sulla ricostruzione del teatro Verdi. Lo scorso 28 giugno – all’interno di una conferenza stampa – una trentina di associazioni culturali della città hanno evidenziato i loro dubbi in merito al progetto presentato dall’amministrazione comunale. L’assessore ai lavori pubblici Enrico Melasecche, a distanza di qualche giorno, ha voluto ribadire la propria posizione con un intervento appassionato che pubblichiamo integralmente

Basta con le solite furbizie e scorciatoie che hanno depresso Terni impedendole di volare alto tenendo chiuso il Teatro Verdi da 10 anni. Basta con chi non rispetta il lavoro di altri ingegneri e architetti definendolo “immondizia” senza il coraggio di contro proporne uno proprio, perché così facendo non merita rispetto. Chi definisce “pazzia” ciò che sta facendo all’unanimità sindaco e giunta, con sforzi sovrumani per far risalire a Terni la china della crisi nella crisi, non ama la propria città ma solo se stesso.

Chi denigra il Palasport che stiamo finalmente realizzando, dopo che a Perugia da 35 anni hanno il Pala Evangelisti/Pala Barton, definendo il nostro “modestissimo”, sparla in modo volgare del lavoro altrui e di professionisti pubblici e privati di assoluto livello, dimostrando di essere totalmente “ignorante” del progetto e delle problematiche di settore. Un’opera, la nostra, dal costo complessivo di circa 20 milioni che non costerà nulla o quasi alle casse comunali. Perché è un falso che quello di Perugia abbia 7.000 posti dove cercano di raggiungere a malapena i 5.000 che il nostro supererà con i suoi 5.500 per gli spettacoli e 4000 per gli eventi sportivi. - osserva Enrico Melasecche - Nè la guerra di “chi ce l’ha più lungo” ci appassiona anche perché abbiamo superato da qualche anno la pubertà e in Italia da Cremona via via a città anche più grandi di Terni si stanno aprendo strutture prestigiosissime con un numero di posti di gran lunga minore dei circa 800 del nostro.

Per parlare di questi argomenti occorre aggiornarsi sulle normative di settore, su quelle urbanistiche, su quelle finanziarie e di mercato. Fare conferenze stampa da bar non giova nè a chi le convoca in modo un po’ dittatoriale (basta leggere il testo) nè a chi in buona fede vi partecipa dichiarando peraltro esattamente ciò che vuole questa amministrazione per cui anche un bambino comprende la ambiguità di una chiamata alle armi, contro questa giunta, per conseguire i nostri stessi obiettivi per i quali siamo stati eletti e votati da decine di migliaia di cittadini. Chi dà i numeri a casaccio e propone, giocando con il Lego, di mettere accanto al Palasport un cubo/teatro rischia di bloccare l’uno e di impedire di realizzare l’altro senza sapere di cosa sta parlando.

Chi continua in queste ore di caldo africano a giocare strumentalmente nell’equivoco, salendo improvvisamente su un inesistente piedistallo, nel pretendere di rappresentare da solo la Cultura, la Bellezza, la Storia di Terni sbaglia cercando di dividere la città spossata dalla crisi e dal dissesto - sostiene Melasecche - Una città che ha bisogno di coesione non di falsi profeti o di “nuovi lazzari” (come molto efficacemente è stato scritto) che risuscitano progetti inesistenti ed oggi irrealizzabili. Un ex presidente storico dell’ordine degli ingegneri, esterrefatto per la terminologia usata nella improvvisata conferenza, mi conferma esattamente questo. Chi gioca sulla buona fede di chi chiede a gran voce di dare a Terni un bel teatro degno di questo nome, dotato di tutte le tecnologie e le sicurezze, con il massimo numero di posti possibile, coniugandolo con l’obbligatorio rispetto del vincolo imposto dalla Soprintendenza, fa una operazione scorretta.

Perché una cosa è suscitare la passione cittadina per restituire a Terni il proprio teatro, e su questo accettiamo volentieri ulteriore sostegno, non certo lezioni, ben altro è attribuirsi strumentalmente la rappresentanza di questo popolo piegandolo verso la soluzione che personalmente interessa, resa impossibile dall’apposizione del vincolo. Perché allora accanirsi contro il Comune, bersaglio di sempre di certi soggetti anche quando con Ciaurro e Paolo Portoghesi realizzavamo Piazza Europa, e non contro chi la scelta del vincolo ha voluto e chi quella decisione ha preso?

Noi stiamo facendo di tutto, con una buona volontà ed una pazienza degna della causa, per dotare inoltre il Teatro Verdi di un ridotto con altri 220 posti, di un piano per i camerini che non esistono più, di un museo del Teatro Verdi per ricordare a noi ed a tutti i ternani la nostra storia e le nostre tradizioni ma soprattutto di un teatro che abbia una sicurezza, una funzionalità ed una acustica di tutto livello.

In questa situazione di estrema difficoltà non possiamo consentire a chiunque di attribuirsi meriti e battaglie, soprattutto a chi non le ha mai combattute quando erano altri a governare la città.

Occorre infatti distinguere chi vuole riaprire in tempi ragionevoli e certi un bellissimo Teatro Verdi e chi invece pretende, contro la legge, contro il parere della Soprintendenza, contro il vincolo sollecitato dalla precedente amministrazione comunale ed imposto dal precedente Soprintendente di alzare polveroni contro questa Amministrazione che sta facendo il doppio salto mortale per conseguire l’unico obiettivo possibile senza perdere i finanziamenti che si vanno pericolosamente assottigliando.

Abbiamo ricevuto, sia io che il sindaco, ripetutamente, i cittadini che vogliono a tutti i costi che il Teatro Verdi venga restituito al più presto alla città - dichiara l'assessore - abbiamo parlato senza dare la minima illusione sulla soluzione tecnica possibile ma spiegando in modo chiaro i problemi che incontriamo ed i vincoli esistenti.

Quanto ai teatri polettiani di Rimini e Fano sono costati la bellezza rispettivamente di quasi 40 ed oltre 20 milioni. Una follia per Terni che oggi ha solo 3 milioni ma che, sono convinto, può aspirare comunque a completarlo entro pochissimi anni a condizioni che non si riprenda lo sport di sempre, quello di sparare sul pianista, esattamente come si è cercato di fare con il Palazzetto dello Sport che sta andando mirabilmente a definitiva soluzione e di cui tutti andremo orgogliosi. Ringrazio piuttosto tutti quei ternani che comprendono le enormi difficoltà che stiamo ogni giorno superando, ringrazio anche quei tecnici e dipendenti in generale del Comune che stanno lavorando in condizioni difficilissime per dare alla nostra città quel teatro e quel futuro ben diverso da quel “teatrino senza futuro” che la inutile cattiveria di qualcuno ha in modo orribile definito.”

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