Lotta alla droga, la Comunità Incontro: “Serve più integrazione pubblico-privato”
Via alla due giorni organizzata dalla struttura di recupero di Amelia: “Occorre puntare su linee guida univoche”. In collegamento il ministro Dadone
Maggiore integrazione tra i servizi pubblici e privati, linee guida di intervento univoche, meno difficoltà legate ai budget a disposizione: partono da queste idee, in vista della revisione del testo unico sulla droga e della Conferenza nazionale programmata a fine novembre a Genova, le proposte che comunità terapeutiche ed esperti hanno avanzato in occasione della prima giornata del congresso “Integrazione&collaborazione: Il processo di presa in carico globale SerD e Comunità Terapeutiche”, promosso dalla Comunità Incontro Onlus di Amelia insieme a Sipad-Società italiana patologie da dipendenza.
Obiettivo della due giorni, che fino a sabato vede riunite le maggiori società scientifiche di ricerca nell'ambito delle patologie da dipendenza e le principali associazioni del privato accreditato, è quello di “ripensare ed adeguare l’intero sistema dei servizi e degli interventi che riguardano la prevenzione, la cura e la riabilitazione delle patologie da dipendenza”.
“Diritto alla salute”, dunque alla scelta del tossicodipendente della comunità in cui curarsi, e “possibilità che le strutture accreditate e convenzionate possano certificare le tossicodipendenze” sono due temi sui quali si dovrà discutere all'appuntamento di Genova, secondo il responsabile della Comunità Incontro, Giampaolo Nicolasi. “Negli incontri, nei confronti e nello scambio di idee con le altre strutture il problema che viene riscontrato maggiormente è l’assenza dello Stato e delle istituzioni. Abbiamo percorso tutte le strade d'Italia e l'integrazione e la collaborazione l'abbiamo avuta tra persone. Perché - si è chiesto - i nostri specialisti non possono certificare lo stato di dipendenza di una persona? Perché, inoltre, un ragazzo non può curarsi fuori dalla propria regione?”.
Per Claudio Leonardi, presidente della Sipad, è “assolutamente necessario che gli interventi nel campo delle tossicodipendenze siano basati, sia nel processo diagnostico che terapeutico, su evidenze scientifiche”. Dunque la revisione della legge 309/90 “deve permettere di raggiungere unitarietà sulle linee guida”. Inoltre per Leonardi “tutti i servizi delle dipendenze dovrebbero essere organizzati all'interno di dipartimenti delle dipendenze, all'interno dei quali i soggetti che intervengono contribuiscano con il know how che hanno”. Al convegno di oggi ha portato il suo saluto, in un videomessaggio, anche la ministra alle Politiche giovanili, Fabiana Dadone.