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Sciolte nel 2011 e mai però chiuse. Le Comunità Montane ora diventano un caso politico: tanti debiti, presunte irregolarità e tesoreria pignorata

Per quasi un decennio sono state volutamente ignorate e mai definitivamente chiuse. Ma con il cambio di giunta i nodi sono venuti al pettine e rischiano di pesare pesantemente sulle casse degli umbri

Una pesante eredità del passato sulle spalle degli umbri. Un passato che non è certamente passato come si pensava con la chiusura e la riforma del centrosinistra al potere fino al 2019. Le comunità montane, commissariate, sono presenti e rappresentano uno spettro a cui trovare riposo e pace ma non sarà indolore. In consiglio regionale, su richiesta della Lega, sono venuti fuori debiti e problemi per l'irrisolto problema del vecchio carrozzone delle Comunità Montane di casa nostra. Una storia assurda che va avanti da un decennio, dato che le Comunità Montane sono state sciolte dal 2011. Ma solo l’attuale commissario unico liquidatore ha inviato a marzo 2022 il Piano di liquidazione Unitario facendo emergere uno scenario veramente difficile: in primis dal testo emerge un disavanzo di 19 milioni di euro e sarebbe in dissesto la Comunità montana del Trasimeno. Ma c'è di più: presunte irregolarità nella gestione.

"Il Commissario liquidatore - ha spiegato in aula Stefano Pastorelli - evidenzia supposte irregolarità gestionali connesse alla responsabilità dei precedenti commissari liquidatori ed in qualche caso di dipendenti pubblici. Secondo il parere dell’Avvocatura regionale i Commissari liquidatori rispondono personalmente degli atti assunti sotto il profilo civile, penale, amministrativo e contabile. Si richiedono pertanto anche chiarimenti su presunti comportamenti illeciti o ipotesi di reato, che andrebbero segnalati alle autorità competenti". Debiti e comportamenti illeciti che fanno riemergere dalle nebbie della vecchia politica umbra queste Comunità Montane. Chi pagherà questi debiti? Si sta cercando di limitare i danni ma le strade sono difficili e i tempi lunghi.

La presidente Tesei, confermando il quadro fosco del carrozzone Comunità Montane, ha ribadito che si tratta dell'ennesimo "dossier che abbiamo trovato sul tavolo come lascito della passata gestione. La liquidazione delle comunità montane è un iter già avviato con apposita legge regionale ma non affrontato in passato e quindi oggi siamo chiamati a risolvere una questione molto impattante per alcuni comuni a causa di scelte scellerate fatte in precedenza. Abbiamo nominato il commissario unico per le comunità montane per fare un approfondito studio sulle comunità montane e provvedere a sanare la situazione".

Grave il disavanzo a rischio aggravamento; difficile la riscossione dei crediti, grave lo squilibrio finanziario dal 2013. "Da quando è stata ignorata la tesoreria, impossibile fare pagamenti, i beni della comunità montana oggetto di esecuzioni immobiliari e nessuna provvista liquida, nessun accordo stragiudiziale possibile, blocco totale della operatività finanziaria delle comunità montane. Il passato pesa su questo governo regionale, specialmente nella situazione attuale. Sulla Comunità monti del Trasimeno solo ora abbiamo appurato la situazione che adesso portiamo a conoscenza dell’Assemblea e della cittadinanza. Grava sulla liquidazione unitaria, al punto che, ammesso che tutto vada bene, il disavanzo sarà di oltre 8 milioni e mezzo di euro. Si profilano situazioni molto gravi, spetta al commissario segnalare eventuali illeciti all’autorità giudiziaria. Il commissario sta elaborando varie ipotesi di soluzione, tutte gravose per la regione. Mi auguro che gli organi di controllo facciano chiarezza sulla situazione”. Siamo dunque vicini all'esplodere di una nuova bomba giudiziaria? Non è possbile dirlo. Di certo la Regione vuole andare a vedere fino all'ultima carta dato che il conto peserà sulle casse degli umbri. 

 Ma soltanto ora emerge questo buco nero delle Comunità Montane? A livello pubblico sì perchè soltanto con l'ultimo commissario liquidatorio è venuto fuori. Ma qualcuno non poteva non sapere e non poteva non dare spiegazioni dopo che la tesoreria era stata pignorata nel 2016.  “Ci sono domande - ha concluso in aula il capogruppo Stefano Pastorelli - alle quali è necessario trovare delle risposte. Perché i precedenti commissari liquidatori, nominati direttamente dalla Giunta di centrosinistra, non hanno mai reso noto il grave squilibrio finanziario a cui erano andate incontro le Comunità Montane? Perché – continua - chi governava la Regione non ha fatto nulla per tentare di risolvere questa criticità prima che esplodesse? Qualcuno nella Giunta regionale a trazione Partito Democratico era a conoscenza del buco?".

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