Terni, Consulta giovanile: “Spolverare la lampada di Aladino per far uscire i geni in un’epoca piuttosto complicata”
L’ex presidente Monia Santini racconta l’esperienza risalente alla scorsa consiliatura: “Ottimi feedback ricevuti nonostante il poco tempo a disposizione”
Una parentesi conclusa la scorsa consiliatura. La Consulta giovanile del Comune di Terni si è insediata ufficialmente nel giugno 2022, dopo aver ottemperato ad una serie di procedure previste dal regolamento. Al timone dell’organo consultivo è stata chiamata Monia Santini che ha guidato i ragazzi, nella fase finale dell’amministrazione Latini, prima del rompete le righe.
Una definizione della Consulta, secondo l’ex presidente intervenuta alla nostra redazione di www.ternitoday.it: “Un mezzo per i giovani con i giovani protagonisti che deve essere guidato all’inizio del percorso, per indirizzarsi sui giusti binari. Occorre creare un ambiente apartitico e apolitico, anche se sono benaccette tutte le opinioni per costituire un dialogo/scontro costruttivi. I ragazzi hanno bisogno di esprimersi, fare delle esperienze, pagarne lo scotto - se negative - per poi rialzarsi”.
Come eravate organizzati: “Facevamo una o due riunioni al mese. Per coinvolgere tutti – ricorda Monia Santini - procedevamo anche con gli incontri da remoto. La selezione è stata naturale poiché, partiti in trenta unità, diversi componenti sono stati costretti ad abbandonare mentre alcuni erano meno coinvolti di altri. Tuttavia il lavoro, sebbene in tempi ridotti, è stato fatto. Sotto certi punti di vista abbiamo creato i presupposti per il futuro, attraverso la suddivisione dei tavoli ed una metodologia che potrebbe essere ripresa”.
La Consulta come strumento per entrare nelle dinamiche dell’amministrazione pubblica: “I ragazzi presentavano emendamenti, atti di indirizzo. In diverse città infatti esiste il Consiglio comunale dei giovani. Hanno scoperto che possono avere una voce, per far valere i propri diritti. Sotto certi punti di vista sono stati catapultati dentro l’amministrazione”. Un anno, anzi meno, di Consulta: “Hanno organizzato la Festa di Natale per i bimbi ucraini, science talk, il concerto al Centro Multimediale e partecipato a Fame d’amore. E’ stato possibile anche iniziare una collaborazione con un istituto anche se, l’obiettivo, era proprio quello di stringere delle varie sinergie con le scuole per portare all’interno delle tematiche forti, quanto sentite”. Questione di poco tempo, si capirà tra poco il motivo.
Cosa lascia questa esperienza: “I nostri ragazzi hanno passione, voglia, obiettivi da perseguire. Spetta agli adulti spolverare la lampada di Aladino per far uscire i geni, in questo momento epocale così complesso. Hanno bisogno di calci nel sedere (metaforicamente scrivendo ndr) per risvegliare il buono che c’è in ognuno di loro”. Qualcosa non ha funzionato: “Purtroppo le lungaggini, a livello burocratico, hanno compromesso il lavoro ed i tanti progetti in cantiere. Sono sicura che ci sarebbe stata una maggiore condivisione, coabitazione, convivenza”.
Alla ex presidente cosa lascia questa esperienza: “Un pizzico di delusione. Ho ricoperto l’incarico per pura passione ma non c’è stato riconoscimento della mia persona. Non mi dovrei sorprendere anche se, a livello emozionale, dispiace un poco”. Spetterà all’amministrazione insediata a primavera decidere di iniziare, o meno, un nuovo percorso.