rotate-mobile
Attualità

Consulta giovanile a Terni, Monia Santini: “Impensabile fare dei progetti per i giovani senza ascoltarli. Enorme lavoro dei ragazzi”

La presidente dell’organo consultivo: “Sistematicità, organizzazione e comunicazione i pilastri per poter svolgere al meglio il lavoro”. A breve una conferenza stampa dedicata a progetti e nuova sede

I giovani meritano di essere ascoltati, disporre di luoghi di aggregazione da frequentare, spazi da occupare. Se ne dicono tante su un mondo così complesso che presenta una quantità innumerevole di sfaccettature. Dallo scorso mese di luglio si sono aperte materialmente le porte di Palazzo Spada a 35 ragazzi, poi divenuti 31, facenti parte della Consulta giovanile. Un organo che potrebbe recitare un ruolo preponderante di collante tra il mondo degli adulti e quello dei ragazzi, accorciando finalmente quelle distanze che non consentono di intercettare appieno le esigenze delle fasce d’età più verdi.

Alla nostra redazione di www.ternitoday.it è intervenuta la presidente Monia Santini, una figura di riferimento per questi ragazzi che sta portando avanti tale progetto. Nei giorni scorsi l’amministrazione comunale ha messo a disposizione una location (davvero molto bella e spaziosa) che potrà diventare un punto di ritrovo per questi ragazzi. Senza spoilerare troppo, possiamo solo aggiungere che si trova negli spazi del videocentro, in attesa della presentazione ufficiale.  

Presidente come nasce l’idea? “Diverso tempo fa quando presentai la proposta ad Elena Proietti, allora assessore con le deleghe delle politiche giovanili. Ho dato vita ad una ricerca approfondita per cercare di capire come, negli altri comuni, si erano organizzati per poi prendere uno spunto. Una volta presentata la prima bozza di regolamento il tutto è passato in mano agli uffici tecnici. Pertanto l’assessore Proietti si è giustamente presa la paternità della Consulta dato che ha portato avanti gli aspetti pratici”. È stata una gestazione piuttosto lunga: “Ci sono voluti circa due anni. Le deleghe, nel frattempo, sono passate a Maurizio Cecconelli. Sono tornata alla carica per limare gli ultimi dettagli fino alla manifestazione di interesse propedeutica alla ricerca di ragazzi che potessero costituire l’assemblea”.

I primi passi: “Inizialmente erano trenta anche se, come da regolamento, il presidente può chiedere l’ampliamento. Poiché tanti sono stati esclusi, dopo apposite verifiche fatte dalla commissione competente, mi è sembrato giusto innalzare il numero. Al momento sono 31 dato che quattro hanno abbandonato”. Come si è evoluta la Consulta giovanile: “Sta assumendo il carattere ed il peso che credo possa e debba avere, soprattutto in questo momento socio-culturale-storico e post pandemico. Ci deve essere un canale di comunicazione tra l’amministrazione e la popolazione giovanile perché non si può continuare a fare cose, progetti per i giovani senza ascoltare i giovani. Sono loro stessi i primi a conoscere le reali esigenze”.

Un organo senza precedenti per la città: “Sistematicità, organizzazione del lavoro per ottimizzare le tempistiche e comunicazione sono gli obiettivi da perseguire. La Consulta è legata al mandato dell’amministrazione e rappresenta un nodo da sciogliere. Stanno facendo un enorme lavoro per i posteri impostando un metodo che verrà utilizzato dai ragazzi che li avvicenderanno. Il regolamento prevede i gruppi di lavoro a seconda delle telematiche. Hanno creato un sotto-regolamento interno individuando i bisogni da dover soddisfare”.

Un problema risolto: “Ci è stata proposta la location del videocentro, grazie al lavoro congiunto di due assessorati. Ogni ragazzo ha una propria esperienza e necessità. Le idee si tramutano in proposte che riguardano iniziative di natura culturale, politico, attualità, spettacolo, arte, sport, istruzione, salute”. Presidente può entrare nel merito dei progetti? “No. Perché spetta a loro”. Comunicazione e social: “Li ho stimolati eccome poiché questo settore ristagna ed è uno degli aspetti più importanti per ‘uscire’ dalla Consulta e far conoscere le contestuali attività”.

Il rapporto tra giovani ed adulti: “Il presidente non è eletto dai giovani e deve essere un trait union tra l’amministrazione e ragazzi. A breve riporterò le loro istanze, anche mediante una relazione prevista dal regolamento. Anche l’assessore Maurizio Cecconelli è in contatto con loro. Noi siamo esecutori e facilitatori”. A questo punto come si potrebbe mettere a frutto l’opportunità Consulta? “Do il mio punto di vista anche se, anche a questa domanda dovrebbero risponderei ragazzi. Se facessi parte della Consulta userei bene la comunicazione, anche mediante i social, per veicolare i messaggi. Il mondo giovanile vive sul virtuale, andrei a sfruttarla per poi dar vita a degli incontri fisici, aprendo la sede. Li andrei a pubblicizzare, aprendo al volantinaggio e coinvolgendo le scuole. Infine metterei a disposizione un numero WhatsApp magari per recepire esigenze, richieste. Non è possibile fare delle proposte senza ascoltare i giovani. E’ pure vero che gli stessi giovani devono andare a cercare altri giovani”.

Primi mesi di Consulta, prime deduzioni: “Già il fatto di aver partecipato alla manifestazione di interesse è punto a loro favore. Mi seguono nella mia iperattività e sono sicuramente coinvolti”. In arrivo dunque una conferenza stampa: “Potrebbe essere una buona occasione per esporre i loro progetti”. Infine una questione puramente di carattere politico: “Li sprono sempre ad interessarsi. Loro si muovono come se fosse un piccolo Consiglio comunale”. Lasciamogli spazio, coraggio ragazzi.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Consulta giovanile a Terni, Monia Santini: “Impensabile fare dei progetti per i giovani senza ascoltarli. Enorme lavoro dei ragazzi”

TerniToday è in caricamento