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Coronavirus, Fabio Di Gioia (Arrone): “Il primo caso ha rotto l’equilibrio. La nostra comunità ha reagito”

Il primo cittadino arronese alle prese con una fase davvero delicata: “Il virus non ha passaporto, può raggiungere chiunque. C’è rispetto da parte dei cittadini nei confronti di chi assicura i servizi essenziali”

È stato eletto nel maggio del 2019 e, dopo neppure un anno dall’inizio del suo mandato, costretto - come tutti i suoi colleghi - a confrontarsi con un’emergenza senza precedenti. Il sindaco di Arrone Fabio Di Gioia affronta con coraggio e senso civico una fase delicatissima, consapevole che ogni singolo messaggio può risultare utile ed efficace per contribuire a sconfiggere il virus.

“Utilizzo i social in modo frequente, rispondo a tutti i messaggi che mi arrivano ogni giorno, sono circa duecento – afferma il sindaco – Inoltre abbiamo attivato da tempo l’Alert System, messo a disposizione dalla Protezione Civile, per gestire ulteriormente il rapporto costante che si instaura tra l’amministrazione ed i cittadini. È molto efficace soprattutto per chi, come ad esempio gli anziani, conservano il telefono in casa. Registro un messaggio il quale viene diffuso in modo istantaneo. Ci sono anche altre modalità per informare i residenti come fissare delle locandine, in punti strategici del comune, oltre che avere un contatto capillare conformandomi alle disposizioni previste dei decreti presidenziali. L’obiettivo è quello di garantire una comunicazione semplice e diretta che possa coinvolgere e soprattutto raggiungere tutti i destinatari”.

C’è stato un momento in cui ti sei arrabbiato?: “Ancora in molti non capiscono che, ad esempio, fare una passeggiata o uscire per motivi che esulano dalle reali necessità di ognuno crea un problema. Il decreto parla chiaro. Qualche multa l’abbiamo fatta ed a tal proposito ringrazio l’arma dei carabinieri i quali si stanno prodigando per il controllo del territorio. Ad esempio, mi viene in mente la raccolta degli asparagi per chi viene da Terni o comunque è della zona. Non si comprende il rischio. Se cadi in mezzo alla macchia magari togli un posto in terapia intensiva a chi ne ha bisogno assoluto, in questo momento”.  

Cosa ti ha colpito in positivo?: “Abbiamo una decina di attività aperte che rientrano in quelle essenziali previste dai decreti. I cittadini, in modo impeccabile, si conformano alle disposizioni previste rispettandole appieno. Ciò vuol significare rispetto nei confronti di chi si espone quotidianamente al rischio, garantendo tali servizi”.  

Con i sindaci del territorio? “Un minimo di confronto c’è. È chiaro ogni paese detiene le proprie esigenze. Ci siamo sentiti scambiandoci delle opinioni. Sotto certi punti di vista siamo stati dei precursori in Valnerina perché i primi ad annunciare la positività di un soggetto. In quel frangente si è innescata una preoccupazione, ancora maggiore, seppur comprensibile. Una sorta di primo elemento di novità dopo i decreti. Sotto certi punti di vista ha rotto un equilibrio all’interno della comunità, pensavamo di essere immuni. Il virus non ha il passaporto, può raggiungere chiunque. Tuttavia la popolazione ha e sta reagendo bene”. I soggetti Covid+ ad Arrone: “Ci tengo sottolineare che stanno bene”. Si tratta di sette persone dall’età media di circa 65 anni.   

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