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Coronavirus, giù la curva del contagio a Terni, timore per le varianti. A singhiozzo la vaccinazione

Il punto delle situazione durante la conferenza stampa della direzione regionale della sanità: "Le restrizioni hanno funzionato ma le varianti sono predominanti". Dubbi sul piano vaccinale

La curva epidemiologica sembra stia invertendo la rotta in tutta la regione, grazie anche alle misure restrittive - in particolare la chiusura delle scuole - messe in atto nei territorio, specialmente nel perugino. Anche l'indice di trasmissibilità del virus (Rt) segna un valore sotto l'1.

Ottimi risultati, che vedono l'incidenza del virus abbassarsi di 100 punti nella provincia di Perugia (attorno ai 270 casi ogni 100mila abitanti) nel calcolo settimanale e quella di Terni mantenersi su un livello basso e costante (77 casi ogni 100mila abitanti). 

Buone notizie anche per quanto concerne i ricoveri che si sono stabilizzati e, secondo valutazioni statistiche, dovrebbero diminuire progressivamente nelle prossime settimane. Stesso discorso per le terapie intensive e i decessi. 

La situazione in provincia di Terni

La media settimanale del contagio nella provincia di Terni si attesta attorno ai 50 casi giornalieri ed è attualmente sotto controllo perché, come fatto notare dal direttore del nucleo epidemiologico dell'Umbria, dott. Cristofari, i numeri "esigui" delle positività consentono un più puntale contact tracing e monitoraggio nelle indagini epidemiologiche che affrettano i tempi di somministrazione dei tamponi.

Allo stesso tempo, osserva la dott.ssa Bietta, in provincia c'è una maggiore mobilità urbana che sta portando progressivamente fuori dalle proprie abitazioni i cittadini di Terni verso le aree di aggregazione, come ad esempio i parchi cittadini.  

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Le varianti e il basso livello di contagio a Terni

Il tema delle varianti sta assumendo contorni importanti perché, come osservato dal dott. Cristofari, la "brasiliana" e l' "inglese" stanno soppiantando il ceppo originario del covid-19.  Su 176 campioni di tamponi positivi complessivi inviati dall'Umbria all'Istituto Superiore di Sanità per il sequenziamento, i risultati parlano di un variante brasiliana riscontrata in 95 campioni (solo 69 di questi provenienti da Perugia); quella inglese, invece, è presente in 52 tamponi (23 di questi a Perugia). I restanti 29 tamponi infetti hanno messo in rilievo la presenza di altre varianti residue.Tuttavia, sia a Terni che a Perugia il virus è mutato sia nella forma brasiliana (54 per cento) che in quella inglese (30 per cento).

In realtà, almeno per il momento, le varianti nel ternano rallentano la corsa per due motivi: il primo - spiegano dal nucleo epidemiologico regionale - è che il basso livello di attuale infettività in provincia, mostra come sia prevalente la presenza del primo ceppo di covid-19 (quello, per intenderci, arrivato in Italia nel marzo del 2020). Il secondo motivo è che proprio in forza del basso contagio, è possibile operare un tracciamento e trattamento dei casi decisamente più puntuale. Nell'ultimo periodo è emerso nel ternano un aumento dei casi della fascia giovanile che va dai 19 ai 24 anni. 

Vaccinazioni a singhiozzo

Tema cruciale è quello delle vaccinazioni, che sembra davvero non decollare del tutto. A parlare è l'amministratore di Umbria Salute, Giancarlo Bizzarri, che fa il punto della situazione: "Attorno alle 12.00 di oggi (giovedì 25 febbraio) le prenotazioni erano 10mila circa. Altre 4mila persone sono ancora in attesa di conferma da parte del sistema. Circa il 90 per cento delle prenotazioni sono avvenute online. Il sistema sembra abbia retto al picco di domande, tuttavia riscontriamo una certa lentezza nello smaltimento delle richieste e nella gestione degli accessi, ma tutto verrà riallineato nelle prossime ore"

Bizzarri fa poi una precisazione: "L'algoritmo del sistema informatico del sito consentirà la prenotazione a chi ha compiuto già gli 80 anni. Farà fede, infatti, la data di nascita".

Tuttavia, come sottolineato dal commissario regionale all'emergenza, Massimo D'Angelo, il programma vaccinale risente dei tempi di latenza di consegna dei vaccini. L'obiettivo resta sempre lo stesso: differenziare l'offerta vaccinale a seconda delle caratteristiche delle fasce di età degli utenti, aprire nuovi centri vaccinali e prevedere la possibilità di somministrazione anche ai medici di medicina generale per arrivare all'obiettivo finale della vaccinazione di massa. 

Intanto, fa sapere l'assessore alla sanità Coletto, già da domani (venerdì 26 febbraio) è attesa una nuova ordinaza che dovrebbe riportare tutta l'Umbria in zona arancione rafforzata. 

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