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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Coronavirus e movida, dal primo giugno si riparte. I gestori di Terni fremono ma le incertezze sono tante

Bar, locali e ristoranti dovranno garantire l'applicazione delle misure di sicurezza, dubbi e pressing anche sulle tasse: si chiede un allentamento specie per l'occupazione di suolo pubblico.Intanto procede il delivery e dal 4 maggio arriva anche il take away

Primo giugno e mille incertezze. Il settore della ristorazione e di tutto ciò che ruota attorno alla movida, dunque bar, locali, pub, dovrà attendere ancora prima di riprendere l’attività. Che i tempi per loro sarebbero stati meno brevi rispetto ad altre categorie si era compreso, ma probabilmente in parecchi si aspettavano di poter riaprire dal 18 maggio, questa infatti era la data che circolava informalmente. Il nuovo decreto letto da Conte però non lascia più dubbi: questo settore riprenderà dal primo giugno mantenendo tutte le misure di sicurezza già note.

Non sono in pochi a storcere il naso, non solo per l’ulteriore attesa dopo che il settore si trova già praticamente in ginocchio, ma anche perché non c’è ancora chiarezza su come posizionare tavoli e clienti e soprattutto su tutto ciò che, per forza di cose, comporterà un rincaro di spese e parecchi sforzi. Già ma con quale ritorno? 

WhatsApp Image 2020-04-27 at 16.48.44-2Intanto c’è chi si è organizzato con il delivery e dal 4 maggio sarà possibile anche il take away, l’asporto. Molto il lavoro e il successo per lo staff di Rolando Café con i titolari Simone, Francesco Manetti e Marco Masci, che con i drink a domicilio dal giovedì alla domenica invita tutti a una sorta di movida semi normale a casa.

Lo stesso i titolari di Rendez Vous, Roberto Pallotta, Romina Mazzanti e il figlio Mattia, continuano a portare i loro manicaretti nelle case dei ternani.

Lavoro da delivery anche per Gianluca Esposito, titolare dell’osteria La città Vecchia: “In vista di una riapertura che tenga viva l’attenzione su distanze e protezione – dice - chiedo all’amministrazione comunale di rendere in primis la pratica della richiesta di occupazione suolo pubblico, la Tosap, più snella e veloce, nonché la possibilità di fruirne per questa stagione a venire in modo non gravoso e quindi gratuita. Se non ci sarà un sostegno reale e non solo verbale per le aziende come quella che io rappresento, in molti saranno costretti alla resa e quindi alla chiusura dell’esercizio con tutto quello che ne consegue a livello di occupazione. Che facessero un esame di coscienza e che almeno per una volta stiano dalla parte dei cittadini e di coloro che rendono viva la città in modo significativo! Noi  - aggiunge - come azienda, nonostante le oggettive difficoltà, rispetteremo con osservanza le disposizioni del Governo del quale condividiamo pienamente l’operato. Inoltre metterei a conoscenza la nostra amministrazione locale che in città come Ravenna, il comune ha già dichiarato l’intenzione di consentire l’occupazione di suolo pubblico gratuita, venendo così incontro alle imprese che ne necessitano per provare a ripartire”.

Intanto il settore in tutta Italia il 28 aprile protesterà con flash mob “Risorgi Italia”. L’evento si svolgerà alle 21. Una protesta molto simbolica, con un tavolo apparecchiato davanti alle insegne accese delle attività. Non solo un tavolo apparecchiato ma anche saracinesche alzate: “Invece di abbassarle - spiegano i promotori - come avviene di solito nelle proteste dei commercianti, noi le alzeremo invitando il Governo a prendere subito in considerazione misure a sostegno di uno dei comparti della nostra economia tra i più strategici, onde evitare che tanti di noi non avranno più la possibilità di alzarle di nuovo perché falliti. Se crolla il nostro settore crolla l’Italia!”.

Anche a Terni c’è chi aderisce, molto più cauto Gianluca Esposito: “Io credo che non ci sia da protestare – spiega il ristoratore - ma da costruire insieme una ripartenza intelligente che dovrà essere inevitabilmente sostenuta dall’amministrazione locale con lo snellimento di eventuali pratiche necessarie e con l’allentamento della morsa dei tributi che per come la vedo io , erano e saranno a maggior ragione gli scogli più grossi. La protesta contro chi? Il virus è il vero colpevole e non credo che lo debelleremo protestando, mantenere contegno e non scadere nel ridicolo – conclude - è un dovere ancor più che un consiglio”.

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