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Coronavirus, parte la fase 2. A Terni locali e ristoranti si adeguano alle direttive ma non senza problemi

Da Pazzaglia all'Urban, dal centro alla periferia, tutti si attrezzano con distanziatori e mascherine con tanta voglia di riprendere e di normalità - INTERVISTE E FOTOGALLERY

Parte la fase 2. Riprendono alcune attività, alcune aziende e fabbriche, si possono fare corse più estese e ci si può recare a comprare cibo nei bar e nei ristoranti ma solo per portarlo a casa e consumarlo nella propria abitazione. Il settore della ristorazione si sta adeguando all’asporto, mettendo in atto tutti i provvedimenti idonei al distanziamento sociale come obbliga il decreto del Governo anti-Covid.
Ma per molti la situazione è complicata perché in questi due mesi di lockdown le perdite economiche sono state ingenti e praticamente tutti chiedono sgravi fiscali e agevolazioni.
Riapre dopo due mesi ‘Pazzaglia’: “Abbiamo spento le luci per quasi due mesi – dice il titolare Stefano Amici - mesi difficili e di grandi sacrifici. Finalmente riapriamo le porte di Pazzaglia, ma, come sappiamo, non sarà possibile consumare i prodotti all’interno del negozio; offriremo un servizio di asporto e di consegna a domicilio. Sicuri di potervi riaccogliere con lo stesso affetto di sempre, vi aspettiamo per ricominciare tutti insieme”. Come lui anche altri gestori dal centro alla periferia, come Andrea Caromani, titolare dell'Urban che evidenzia una situazione simile: "Ripartiamo ma dobbiamo stare molto attenti a quelle che saranno le indicazioni ministeriali. Noi comunque ci stiamo organizzando per proseguire la nostra attività al meglio e sempre nel rispetto delle regole".

Le testimonianze

Matteo Corneli, Bar Aci

Alessio Ferracci, titolare di 0744 e Angela Esposito de L'Invito

La titolare del Vinaio, Caterina Casadei

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