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Bar, ristoranti, cinema e piscine: ecco come ripartire, le regole e le possibili date

Le proposte avanzate dalle Regioni al Governo: fino a due metri di distanza per i clienti degli esercizi pubblici e gli spettatori nei cinema, dieci metri quadrati di spazio per ogni ombrellone. Il “piano” Draghi per uscire dal lockdown

La lenta ma costante fase di discesa del virus sta accompagnando la riflessione di Governo ed enti locali sulla strada da intraprendere per uscire dal lockdown e tornare ad una relativa normalità sociale ed economica.

Nella serata di oggi, 16 aprile, il presidente del consiglio dei ministri, Mario Draghi, dovrebbe cominciare ad anticipare i contenuti del provvedimento che segnerà il ritorno dell’Italia al sistema delle “fasce” e dunque il conseguente ripristino della fascia gialla, che consente libertà di movimento più ampie alle attuali arancione e rossa. La data che si ipotizza è quella del 3 maggio, quando cioè sarà passato il “rischio” dei fine settimana di Liberazione e Primo maggio.

Quel giorno non ci sarà però un via libero generalizzato, ma si dovrebbe procedere tenendo ovviamente in considerazione i dati del contagio nelle varie aree. Possibile però che accada qualcosa già un po’ prima. Oggi il quotidiano La Stampa anticipa una possibile tabella di marcia, in base alla quale il 26 aprile riapriranno i ristoranti nelle regioni “virtuose”, il 3 maggio riapriranno i ristoranti in zona gialla, il 15 maggio gli stadi con 15mila spettatori, il 16 maggio si programma la riapertura sia a pranzo che a cena e il 3 giugno potrebbe essere la data giusta per palestre e piscine.

Non si tratta però soltanto di “quando” riaprire, ma anche di “come”. Regioni e Province autonome hanno elaborato una proposta che ora è allo studio del Governo che potrebbe assorbire queste ipotesi – tutte o in parte – nel provvedimento che normerà le riaperture.

Nel loro documento, gli enti locali fanno riferimento alle linee guida già, adottate nel corso del 2020, e dunque: distanziamento sociale, sanificazione, obbligo di mascherina.

Per bar e ristoranti si parla dunque di un livello minimo di un metro di distanza tra clienti – che salgono a due laddove non ci siano posti a sedere – che avranno l’obbligo di indossare la mascherina in ogni occasione in cui non si trovino seduti al tavolo. Si suggerisce di utilizzare il più possibile gli spazi all’aperto e di garantire frequenti sanificazioni. Sarà consentito ad esempio l’uso delle carte da gioco, purché i giocatori seguano le stesse prescrizioni ed il mazzo venga cambiato più volte nel corso della giornata.

Distanza di un metro anche nei cinema, con annesso obbligo di mascherina che potrà però non essere previsto se tra uno spettatore e l’altro è garantita la distanza di due metri tra ogni posto a sedere.

Palestre e piscine dovranno garantire una frequente attività di sanificazione, soprattutto degli attrezzi utilizzati e degli spazi in comune, come gli spogliatoi. Nei quali, ogni utente dovrà far attenzione a riporre tutti gli indumenti nella propria sacca, anche all’interno degli armadietti. Per le piscine, dovrà essere garantita un’area di almeno 7 metri quadrati di acqua per ogni utilizzatore. Doccia saponata prima di entrare in vasca e cuffia obbligatoria. Negli spazi solarium, ogni ombrellone occuperà un’area di almeno 10 metri quadrati.

Un paragrafo del documento è dedicato poi a produzioni liriche, sinfoniche ed orchestrali. Entrata e uscita di musicisti ed artisti dal palco dovranno avvenire indossando la mascherina, che potrà essere tolta durante la “prestazione artistica” a patto che vengano mantenute le distanze interpersonali. Ad esempio, i professori d'orchestra dovranno mantenere la distanza interpersonale di almeno un metro, un metro e mezzo per gli strumenti a fiato. Due tra direttore d'orchestra e prima fila di musicisti e una particolare accortezza per gli ottoni: ogni postazione dovrà essere provvista di una vaschetta per la raccolta della condensa, contenente liquido disinfettante.

Purché si riapra.  

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