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Coronavirus, "Ripristinare il tracciamento degli asintomaci e patti chiari con i laboratori privati". Le richieste del consigliere De Luca (M5S)

Il consigliere regionale pentastellato accoglie la "marcia indietro" dell'assessore Coletto sull'obbligatorietà del tampone molecolare nello stesso studio privato dove è stato svolto il test rapido risultato positivo e sollecita la giunta a ripristinare il tracciamento degli asintomatici

Ripristinare il tracciamento, potenziare l'organico delle aziende con patti di collaborazione tra gli enti, tamponi agli asintomatici e chiarezza sui test nei laboratori privati. A chiederlo è il capogruppo del Movimento 5 Stelle, Thomas De Luca, “alla luce degli ultimi dati sulla situazione epidemiologica in Umbria e dopo la marcia indietro dell'assessore Coletto che ha annunciato la correzione della delibera di Giunta del 25 novembre”.

“Con meno di 200 casi, registrati nelle ultime 24 ore, è necessario riprendere il tracciamento e fare tamponi agli asintomatici scrive De Luca - soprattutto perché nei prossimi giorni la nostra regione potrebbe tornare ad essere zona gialla. Gli sforzi che stanno facendo i cittadini, osservando restrizioni e misure di distanziamento, cominciano ad avere effetto, ma non possono essere vanificati. Per questo torniamo a chiedere alla Regione, come già fatto nei giorni scorsi senza essere ascoltati, di sostenere la collaborazione con gli Enti locali che possono offrire il loro contributo in materia di tracciamento dei contatti diretti delle persone positive”.

Tampone in privato: "Bene la marcia indietro di Coletto"

“Per quanto riguarda l'obbligo di effettuare il test molecolare nello stesso studio privato dove è stato svolto il test rapido risultato positivo, nella stessa seduta e a spese dei cittadini – continua il capogruppo pentastellato -, prendiamo atto della marcia indietro dell'assessore Coletto che ha anticipato la prossima correzione della delibera di Giunta. Una decisione – conclude De Luca - che altrimenti sarebbe fortemente discriminatoria nei confronti delle fasce più vulnerabili della popolazione e potrebbe inoltre generare un potente disincentivo all'effettuazione del test sierologico, rendendo ancor più inefficace il sistema di tracciamento necessario per contenere la diffusione della pandemia”.

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