In piazza per ricordare Lorenzo: “No all’alternanza scuola-lavoro”
Corteo dei Cobas dopo la morte del giovane di Udine al termine di uno stage. Manifestazione in replica anche sabato 5 febbraio con la Federazione della gioventù comunista
Si torna in piazza sabato 5 febbraio con il corteo organizzato dalla Federazione della gioventù comunista di Terni per ricordare Lorenzo Parelli, il giovane di Udine morto durante uno stage scolastico in una azienda. Intanto oggi, venerdì 28 gennaio, i Cobas hanno portato avanti la manifestazione in centro a Terni proprio il discusso progetto Alternanza Scuola-Lavoro.
“Lorenzo è morto in alternanza - scrive in una nota Marlin Castillo, segretaria regionale della Federazione giovani comunisti - Lorenzo è Stato ucciso. Gli studenti si chiedono spesso se fare pratica a scuola sia giusto o sbagliato. Ovviamente è giusto: anche prima della buona scuola di Renzi nelle scuole si faceva pratica, ma la pratica di prima vedeva il lavoratore dentro l’azienda elevarsi a maestro dell’alunno che andava, effettivamente, ad imparare. L’alternanza scuola lavoro di oggi vede studenti sostituirsi de facto ai lavoratori, producendo gratuitamente l’utile dell’azienda. Vediamo studenti lavorare al McDonald, raccogliere le olive, vendere pampepati. Che formazione è questa? E poi, ci sono i casi come quello di Lorenzo, in cui lo studente si ritrova in fabbrica nelle stesse precarie e pericolose condizioni che, come ben sappiamo, caratterizzano oggi il mondo del lavoro”.
“Solo nell’anno scorso sono più di 400 i casi di infortuni di studenti in alternanza. È una situazione surreale, siamo tornati alle condizioni del lavoro minorile di inizio ottocento, con la differenza che noi, oggi, non veniamo neanche pagati. Questa non è pratica, ma sfruttamento minorile legalizzato, è insegnare alle nuove generazioni che lavorare gratuitamente è normale, cosicché quando finita la scuola proporranno 400 euro al mese per un lavoro di 40 settimanali, qualcuno si sentirà anche fortunato di avere avuto questa opportunità. Noi vogliamo una scuola che formi, che non faccia differenza di classe: l’alternanza è una forma classista, nella misura in cui le famiglie abbienti che possono permettersi di mandare i propri figli un anno all’estero, o a progetti come Imat di simulazione Onu, di fatto esonerano gli stessi dal dover racimolare crediti lavorando gratis. Chi non se lo può permettere è obbligato a far schiavizzare la propria prole. Oggi il provveditorato agli studi di Terni non ci ha ascoltato impedendo ai rappresentanti degli studenti di salire nei propri uffici. Per questo sabato prossimo replicheremo questa manifestazione, partendo da piazza Dalmazia e arrivando fino al provveditorato. Non hanno voluto ascoltarci oggi, saranno costretti a farlo sabato”.