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Covid, corsa contro il tempo al Santa Maria per aprire un nuovo reparto e implementare il personale

C'è il rischio collasso delle strutture predisposte per l'accoglienza dei malati covid. La richiesta aumenta e il commissario Chiarelli corre ai ripari aprendo un altro reparto.

Un corsa contro il tempo, anzi, contro il virus che, come si è visto in questa seconda ondata, è un centometrista da record.

I reparti covid del Santa Maria non bastano più, c'è la necessità di adibire una nuova struttura. Il reparto di malattie infettive è ormai al completo, come anche quello dell'ex oncoematologia appena inaugurato e che conta 31 posti a disposizione. Stessa musica per i reparti di medicina interna e malattie respiratorie ubicati al quinto piano del nosocomio. 

Un'instantanea che non lascia spazio a interpretazioni e indugi. Lo sa bene il commissario del Santa Maria, Pasquale Chiarelli, che in una intervista rilasciata a Il Messaggero si è detto intenzionato quanto prima a dedicare un nuovo reparto per tamponare l'emergenza sanitaria. Per questa funzione è stato individuato l'ex dermatologia che, tuttavia, non sembra essere predisposto per le necessità dei malati covid. Prima fra tutti, la mancanza di posti letto. 

Una situazione critica

La situazione è seria, per non dire critica. In terapia intensiva sono attualmente occupati 14 posti letto su 15 disponibili. I 70 posti letto per i pazienti covid sono al completo e il nuovo reparto potrà accogliere altri 85 pazienti. C'è poi il nodo dell'attività ambulatoriale ordinaria, che, secondo le intenzioni di Chiarelli, verrà affidata a strutture esterne con le quali l'Azienda Ospedaliera ha già stretto degli accordi.

Infine il capitolo del pronto soccorso, che resta un punto nevralgico che accoglie l'utenza proveniente dalla città e da gran parte della provincia ternana. L'idea del commissario Chiarelli, che già sta prendendo una direzione operativa, è quella di implementare il personale del pronto soccorso con l'ausilio di chirurghi che già prestano servizio in ospedale e garantire, così, una copertura capillare del flusso di utenza. Previsto, inoltre, l'arrivo di almeno 18 oss e infermieri. 

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