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Istess storia, il debutto del nuovo direttore Andrea Giuli è ‘Prazzesco’: “La celebre diatriba che infiammò il dibattito culturale”

Il Cenacolo San Marco ha accolto la conferenza minimalis del nuovo direttore di Istess storia. Spazio a ‘Benedetto Croce e Mario Praz il papa laico e il diavolo romantico nel tumulto del 900’

Un debutto ‘Prazzesco’ per Andrea Giuli, nuovo direttore di Istess storia. Nel corso della serata di ieri, giovedì 1 dicembre, è andata in scena infatti la conferenza minimalis presso il Cenacolo San Marco. L’evento ha riscosso un bel successo di pubblico con la sala gremita in ogni ordine di posto. Prima di iniziare a sviscerare il tema proposto ai presenti, il direttore Arnaldo Casali ha voluto salutare Andrea Giuli con un video messaggio: “Ci legano oltre vent’anni di amicizia e colleganza. Sono davvero orgoglioso e lo ringrazio per aver accettato l’incarico. Il prossimo 17 dicembre – ha anticipato – si svolgerà la presentazione della Storia di Terni, ristampa del celebre testo a firma Pompeo De Angelis”.

Un lungo passo all’indietro nel tempo, risalendo a cavallo tra la fine del diciannovesimo e l’inizio del ventesimo. L’intento di Andrea Giuli è stato quello tracciare un breve excursus, sulla celebre diatriba tra il grande filosofo del neoidealismo italiano e il sulfureo critico letterario, esperto di letteratura inglese, che infiammò il dibattito culturale, letterario ed estetico. Nello specifico ‘Benedetto Croce e Mario Praz il papa laico e il diavolo romantico nel tumulto del 900’.

Il neo direttore di Istess storia ha dunque motivato la scelta di tale tematica: “Ho pensato potesse essere interessante riproporre questo spaccato di storia italiana. Una vicenda solare e lineare del rapporto tra Benedetto Croce e Mario Praz, due maestri di scrittura i quali hanno avuto visioni assai diverse. Il tutto in un contesto del turbinio di cambiamenti politici, letterali che hanno attraversato l’Italia tra le due guerre”.

Una narrativa esposta al ‘presente’ proprio per coinvolgere ed appassionare il pubblico in sala: “In questi anni di fermento e transizione, tra fine ottocento e inizio novecento, Benedetto Croce esercita il massimo grado del proprio magistero vestendo i panni del sacerdote laico. Nel 1902 esce uno dei libri più fortunati ovvero l’Estetica. In sostanza il critico d’arte e letterale giudica il prodotto nella sua interezza”.  

Il contesto in divenire: “L’estetica idealistica, con tutto il suo prestigio classicista, appare già intorno al terzo decennio con una testimonianza di scarto anomalo, attardata rispetto alla crisi che si andava imponendo. Fino alla metà del ventesimo secolo le varie correnti fanno i conti con il corpus dell’opera crociana. Tuttavia compare sulla scena un bizzarro professore di letteratura, destinato a far discutere nei decenni avvenire ovvero Mario Praz. Il libro ‘La carne, la morte e il diavolo nella letteratura romantica’ irrompe nel 1930”.  

Un ‘duello’ a distanza appassionante che ha portato Andrea Giuli a raccontare i tratti caratteristici dei due protagonisti, arrivando perfino ad evocare il termine ‘Prazzesco’ utilizzato da Edmund Wilson: “Il filosofo produce diverse opere, replicando la sua visione avversa a tutto ciò che è decadentismo, formalismo andando a partorisce il primo esempio di studio tematico intertestuale. Diversa la figura di Croce generoso rispettato, incline al gesto positivo”. Nella contrapposizione Giuli fa emergere la figura di Praz: “Tendente nel rinchiudersi in casa e circondato da una specie di leggenda nera. Nella società letteraria di allora veniva denominato l’innominabile”. Sotto certi punti di vista una sorta di: “Il bene ed il male, la luce e la notte. I due si studiano e rispettano, incontrandosi a Napoli. Tuttavia sono destinati da subito ad entrare in rotta di collisione”.

Un appassionato racconto: “Il libro di Praz entra come un tuono, dedicandosi ad una vasta platea di autori tra il 700 e 800. Sotto certi punti di vista rappresenta uno scrigno incredibile. L’approccio libero, dotto, irriverente e la ricerca di tematiche costanti e trasversali. Sviscera modelli e suggestioni ripetute nel tempo. Inaugura un genere”. E per una lunga di serie di motivi: “Assicura al testo un successo incredibile e ristampe ininterrotte”.

Un “duello” tra mondi e sensibilità distanti che accompagnò i cambiamenti del gusto e dell’approccio al testo letterario. Il maestro dell’Estetica rigorosa e antidecadente Croce, e il bizzarro Praz, esegeta della “stranezza” romantica, incrociano le lame, illuminando la temperie e la cesura che maturerà nei primi decenni del XX secolo.

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