Dipendenti comunali, i sindacati si spaccano ma la maggioranza boccia l'ipotesi di accordo integrativo
Assemblea generale dei lavoratori del Comune sfiducia, chiedendone le dimissioni, i componenti RSU che avevano votato per la sottoscrizione dell’accordo e chiede l'avvio di nuova trattativa per un nuovo contratto
L’assemblea generale dei lavoratori del Comune di Terni, straordinariamente partecipata (circa 400 persone), ha questa mattina bocciato l’ipotesi di accordo integrativo stralcio 2019-2021 sottoscritta dalla CGIL, dal CSA e dalla stessa RSU. La bocciatura è avvenuta con votazione unanime di tutti i presenti. La stessa assemblea ha dato la sfiducia, chiedendone le dimissioni, ai componenti RSU che avevano votato per la sottoscrizione dell’accordo e cioè Alberto Bonifazi (CGIL), Cinzia Colagrande (USB). Gianluca Rubeca (CGIL), Fabrizio Collazzoni (USB), Emiliano Stablun (CGIL). L’accordo invece non era stato votato, quindi in linea con il volere dell’assemblea odierna, dai rappresentanti RSU di UIL e CISL.
L’Assemblea ha quindi, attraverso la coordinatrice RSU Banconi Simonetta, comunicato al sindaco il ritiro della firma e la richiesta di apertura delle trattative per la definizione di un nuovo contratto.
"Ne dovrebbe trarre le conclusioni, dimettendosi, - scrive la Uil Fpl - anche l’assessore al Personale Sonia Bertocco che contro ogni logica aveva sottoscritto il contratto con sindacati che si sono dimostrati per niente rappresentativi, tanto da essere bocciati all’unanimità, quindi anche dai propri iscritti.
Esce decisamente sconfitto il disegno di dividere i lavoratori tenacemente perseguito dall’amministrazione Latini che ha alimentato in questi mesi frange sindacali fortemente minoritarie e cedevoli nel tentativo di mascherare la propria incapacità per una efficace riforma della macchina comunale.