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Martedì, 23 Aprile 2024
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"Dobbiamo stare con i piedi per terra e salvare le attività commerciali". La Confartigianato Terni tira le orecchie all'amministrazione comunale

In una nota, la Confartigianato cittadina rappresenta alcune criticità che stanno soffocando le prospettive a breve termine degli esercenti ternani: "Le imprese hanno bisogno di risposte immediate"

Confartigianato Terni va a tutto tondo e fa il punto su una serie di criticità che, secondo la confederazione, stanno soffocando la ripresa da una crisi profonda soprattutto in città. La questione Ztl, le scelte strategiche, la capacità progettuale e di intervento, infine la revisione del peso dei tributi e dei canoni di affito. 

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Le imprese stanno attraversando la peggiore crisi dal dopoguerra e chiedono risposte immediate. Nelle emergenze occorre dire cosa si può e si vuole fare subito, rinviare a futuri interventi non significa farsi carico del problema, equivale in realtà a rifiutarsi di aiutare. Confartigianato Terni rileva di non aver ricevuto sul piano immediato alcuna risposta di merito alla proposta di fare un intervento emergenziale, non una sperimentazione (si sperimenta nei periodi normali, non nelle emergenze), quindi del tutto al di fuori della pluriennale polemica sulla ZTL. Il Presidente Mauro Franceschini specifica: “la richiesta è quella di creare una fascia serale di accesso alla ZTL sufficientemente ampia prima del coprifuoco, soprattutto se venisse anticipato, con percorsi adeguatamente controllati di entrata-uscita, al fine di consentire una migliore accessibilità alle attività del centro città da parte di anziani e famiglie e in grado di facilitare il trasporto delle merci acquistate presso le abitazioni.

La richiesta è motivata dall’evidenza che durante la pandemia occorre favorire il trasporto privato per evitare gli affollamenti, occorre limitare i percorsi  necessari per utilizzare i servizi del centro città e dare un sostegno alle imprese in difficoltà.  Proponiamo che almeno per il periodo dei saldi sia possibile questo intervento di aiuto al commercio e all’artigianato.”

Confartigianato Terni preferisce da sempre concretezza e chiarezza, ma esse diventano un obbligo morale nelle emergenze, anche a rischio di apparire bruschi. Per questo non intendiamo accodarci a chi vagheggia convegni o antepone futuribili programmi che dovranno ridisegnare il centro città prima di intervenire in aiuto delle imprese. Tali posizioni  corrono il rischio di apparire fumose, dilatorie e ispirate alla ormai logora tecnica del “benaltrismo”. Né possiamo non stigmatizzare che sui temi concreti posti dalla richiesta sono intervenuti in molti, meno che i responsabili politici, che hanno ruolo e competenze per decidere e trovare, se questa fosse la volontà, le mediazioni tra le diverse opinioni: l’Assessore delegato è rimasto in silenzio e il Sindaco ha ipotizzato il rinvio.

"Una amministrazione che fa difficoltà a entrare nella logica emergenziale"

Appare una vera e propria difficoltà da parte dell’Amministrazione Comunale a entrare nella logica emergenziale che purtroppo si manifesta anche in altri settori. Il Direttore Michele Medori a questo proposito afferma: “la nuova struttura realizzata e non entrata in funzione della piastra logistica può essere usata nell’emergenza, con i dovuti adattamenti, a servizio di un’area vasta del centro Italia per la distribuzione dei vaccini e altro materiale sanitario, ma non ci risulta che l’Amministrazione Comunale l’abbia seriamente proposta e sostenuta in tal senso. Valutiamo positivamente che l’Amministrazione Comunale si sia posta il problema dell’utilizzo per il futuro della piastra logistica per migliorare la viabilità dell’area urbana, ma nell’emergenza rischia di restare una risorsa inutilizzata.”

Così anche la candidatura dell’aviosuperficie di Terni come base dell’elisoccorso regionale deve essere proposta e sostenuta dall’Amministrazione Comunale con ulteriore forza se non vogliamo assistere ad una nuova occasione sprecata. Rileviamo che in campagna elettorale regionale a Terni si è più volte utilizzato l’argomento dei vantaggi che l’omogeneità politica delle Amministrazioni Comunale e Regionale avrebbe comportato: considerate le buone ragioni che il nostro territorio vanta in questa candidatura non ci dovrebbero quindi essere problemi per ottenere convergenze positive nell’interesse dell’intera comunità regionale.

"Il comune di Terni impone il pagamento della Tari anche a chi non ha prodotto rifiuti"

È preoccupante che ci siano anche altri provvedimenti essenziali per le imprese che vengono rinviati a decisioni future, è il caso della riduzione della TARI 2020. È una imposta commisurata al volume dei rifiuti prodotti, quindi deve essere abbassata per il 2020 tenendo conto dei ridotti livelli di attività delle imprese, in questo senso ha deliberato a maggio l’ARERA (Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente) e molti comuni hanno conseguentemente ridotto l’imposta.

Il Comune di Terni, che naturalmente sconta le difficoltà in più delle conseguenza del dissesto, non lo ha fatto e dimostra la volontà di cercare delle soluzioni, ma l’esercizio finanziario 2020 è quasi terminato e non riteniamo ammissibile che le imprese ternane in difficoltà siano anche costrette a pagare una imposta sullo smaltimento di rifiuti che non hanno prodotto.

"Contratti di affitto degli esercenti da rimodulare in funzione della crisi pandemica"

Infine lanciamo l’allarme su un ulteriore aspetto non sufficientemente considerato nel dibattito cittadino: nonostante le richieste la questione dei canoni delle locazioni commerciali è rimasta senza interventi del Governo e nemmeno, per quanto possibile, degli enti locali. Pertanto i canoni di locazione essendo stati concordati  prima dell’emergenza che dura ormai da un anno, sono contrattualmente troppo alti e frustrano le possibilità di ripresa delle imprese. Per quanto riguarda le attività all’interno dei centri commerciali questa difficoltà si somma con la drastica riduzione dei ricavi a seguito delle decisioni del Governo, che obbliga alla chiusura nei festivi e prefestivi (che sono oltre la metà delle giornate di dicembre e fino al 6 gennaio). Riteniamo che la coesistenza di queste due criticità stia determinando una situazione drammatica e che occorra intervenire urgentemente anche su questo aspetto. 

Come se non bastasse la Regione non ha ancora deliberato dei ristori aggiuntivi alle imprese, che sono indispensabili e urgenti per bilanciare le restrizioni aggiuntive imposte alle imprese umbre dalle ordinanze, mentre avrebbe deciso di non rinviare l’inizio dei saldi invernali, come invece stanno facendo molte altre regioni (Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, ecc.) con il risultato che il 5 gennaio prossimo inizieranno i saldi in una giornata in cui i centri commerciali saranno obbligati alla chiusura.

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